Io, nella "mia terra", il
terremoto non l'avevo mai sentito. O meglio certe mattine era capitato di
sentire alla radio che nella notte si erano registrate delle scosse, ma io non
me ne ero mai accorta. Poi arrivavo al lavoro e puntualmente c'era qualche
collega che millantava di averlo avvertito distintamente. Io mai e per questo
sono fortunata. Di quelle fortune alle quali non pensi mai.
Poi martedì notte è successo. Mentre ero sul letto
(ovviamente sveglia) a soddisfare lo spuntino di mezzanotte di Junior.
Una scossa veloce e forte che ti fa
dire Oddioilterremoto ed è già passata.
Che non ti da il tempo di pensare a
cosa fare. Ti lascia solo impalata e fortunatamente se ne va.
Però ti spaventa. Come sognare di cadere
ti stai addormentando. Sobbalzi e ti chiedi e
se torna. Così anch'io
questa volta ho sentito il terremoto.
E non mi dilungo a dire quello che
tutti - giustamente - hanno pensato. Fortuna che non ci sono stati danni.
Fortuna che non è morto
nessuno. Fortuna che sembra finito lì. Però mi sono
rimasti dentro due pensieri.
La mattina dopo la prima scossa, mi
alzo abbastanza rimbambita dall'ennesima notte con Junior al ritmo di pachanga
da essere relativamente dimentica della scossa e del terremoto.
Dopo aver cercato, con penosi
risultati, di stimolare la mia attività cerebrale a colpi di Orzoro (che se dovesse arrivare della caffeina
a Junior potrebbe non dormire per sei mesi...), chiamo l' ufficio pubblico X
per sapere gli orari per ottenere il certificato Y.
La conversazione mi riporta subito
alla realtà.
- Buongiorno,
avrei gentilmente bisogno di un'informazione...
- Signora
guardi adesso no. Stiamo evacuando perché è prevista una forte scossa per
mezzogiorno. Richiami.
Click.
Resto qualche istante a guardare il
display e dopo lunghi minuti realizzo che stava parlando di una scossa di
terremoto. Non solo, realizzo anche che stava parlando di previsioni certe per
mezzogiorno.
Un po' come chiamare in banca per
un'informazione e sentirsi rispondere "Guardi non venga stamattina che
aspettiamo una rapina per le 10!"
Progressi della scienza o miracoli
del procurato allarme?
Pur temendo la seconda delle due,
calatami ormai nel ruolo della madre di famiglia con la stessa disinvoltura con
cui mi calo in una orrenda tuta da ginnastica da tre settimane, agguanto un
contrariatissimo Junior lo felpo nel suo caldissimo piumino da alpinismo
high-tech e decido per una passeggiata "prudenziale" al grido di nonèveromacicredo.
Morale: Città mobilitata. Traffico impazzito.
Piazzale dello Stadio gremito come alla finale dei mondiali. Piazze del centro
storico con capannelli di gente come una Vigilia di Natale con panettone
gratis. Uffici chiusi e scuole (giustamente) evacuate. Mamme e carrozzine per
ogni dove.
Ore 13 tutti a casa. Un sospiro di
sollievo e una mattina di lavoro diversa.
Pensiero numero 1. Esiste un limite
tra la prudenza e il procurato allarme?
Siamo tutti dei polli o abbiamo
imparato qualcosa dal recente tragico passato?
Passa qualche giorno e il terremoto
(scusate il ritardo direi se fosse il caso di fare dell'umorismo, ma non lo è!) si
ripresenta. Di pomeriggio, mentre Junior vocalizza e io vedo il the (deteinato)
vibrare nella tazza.
E stavolta capisco subito che è il
terremoto. E stavolta siamo soli a casa. Io e un piccoletto ignaro che deve la
sua incolumità alla mia
prudenza e alla mia prontezza di riflessi. E questo mi fa più paura. Così la scossa
passa, ma uno scossone resta dentro. Questa si, l'ho sentita benissimo.
E cosa ti viene in mente di fare
dopo che hai sentito la paura?
Quando per la prima volta senti di
correre un pericolo vero?
Non il pericolo della fatalità di
scivolare dalle scale o prenderti una tegola in testa. Un pericolo che dura
qualche minuto e che si registra su una scala.
E' vero...ti viene in mente di
scrivere un messaggio d'amore.
Quello che ti sembra di non aver mai
scritto e se succedesse davvero qualcosa di brutto potresti rimpiangere. Di
scriverlo a parole tue...e aspettare una risposta da decifrare.
MESSAGE TO PAPA'
Qui ancora terremoto...
MESSAGE FROM PAPA'
2012...! Domenica vengo a trovarvi.
Crittografato...
MESSAGE TO PAPA'
Papà ho avuto paura.
MESSAGE FROM PAPA'
Mi mancate.
.. ho avuto paura tutta la vita di qualsiasi cosa, soprattutto di me stessa, e la cosa più bella che potessi fare, quella di cui parli qui tu, non l'ho mai fatta. Hai ragione. Gli scossoni dentro rimangono e a volte sono quelli che danno una piega diversa alla vita. E bisogna saperli decifrare senza lasciarsene travolgere. Come le sorprese, come l’inaspettato, come una mattina di neve dopo una giornata di caldo, come un vaso rotto che, cacchio, ti piaceva proprio, o come un sorriso insperato o una nuova vita appena sbocciata …
RispondiElimina...hai ragione...si fa presto a dire vincere la paura.
EliminaChe spesso sta più nella nostra mente che nella realtà delle cose e per questo è più profonda.
Fuori nevica ed è sempre una sorpresa. Ho pensato alle tue parole mentre vedo la solita realtà lasciarsi coprire di bianco.