domenica 8 gennaio 2012

Pronto in tavola.

Io e il ginecologo che mi ha seguito privatamente durante questi lunghi mesi abbiamo un buon rapporto. Io ho cercato sino ad oggi di sedare le mie ansie più incontrollate, evitando di chiamarlo, soprattutto i primi mesi, per confidare i miei dubbi più seri, tra i quali: 
"Dottore scusi, ma sono dieci giorni che non vado in bagno, se vado e provo a spingere è pericoloso?" 
"Dottore aiuto devo venire a farmi controllare, ho corso dietro il bus!" 
"Dottore c'è qualcosa che non va. Io non ho le nausee!!!".
Dubbi che la rete ha sempre saputo sedare o ampliare con infondata prontezza... D'altra parte lui ha svolto bene il suo compito con quella faccia da dandy wildiano di mezza età, un po' sbrigativo e un po' rassicurante in quanto sbrigativo. Uomo capace di fare una visita di controllo più velocemente di quanto non faccia il mio salumiere a tagliare due etti di cotto. Insomma il suo atteggiamento da uomo che ne ha "viste tante", in questo frangente mi fa sentire sicura, nonostante io abbia passato le ultime visite a gambe all'aria mentre lui e il futuro padre parlavano del più e del meno come davanti a un cappuccino. Beh, questi lavora nel più grande ospedale della zona. Clinica universitaria, terapie d'avanguardia, centro d'eccellenza, etc...etc...etc... 
Così, vuoi perchè lui lavora lì, vuoi perchè non mi sarei mai messa nelle mani di un ospedale religioso sotto le grinfie di una suora (ho già dato in merito), vuoi perchè solo l'idea di partorire di fronte a un'equipe di cinquanta specialisti americani mi fa pensare con tranquillità al parto (alla faccia di chi vuole partorire da sola in acqua coi delfini...), ho optato per questa scelta. Il mastodontico Policlinico. Luogo dove quando entri rilasciano la piantina come al Louvre. Così sono iniziati i miei primi approcci con la Sanità Nazionale, con la quale, per mia somma e immeritata fortuna, non avevo mai avuto a che fare in passato se non per quisquiglie. Tra i vari racconti degni della Gabanelli che ho raccolto in questi mesi, ieri abbiamo aggiunto un capitolo divertente, dove il ragazzino che porto in panza, Junior, ha fatto la sua parte...
Ma partiamo dall'inizio evocando le parole del ginecologo qualche settimana fa. 
"Aspettiamo la scadenza. Quando sei scaduta chiama questo numero e fissa i monitoraggi. Poi aspettiamo...almeno fino al 13 gennaio." Essendo all'epoca il 23 di dicembre non avevo preso in seria considerazione la data 13 gennaio e con tranquillità mi ero annotata il numero da chiamare. 
Venerdì...iniziando ad avere ben chiaro quanto sia lontano il 13 gennaio...chiamo. 
No reply. 
Persevero. 
No reply. 
Attendo un'oretta. 
No reply. 
Chiamo il ginecologo sul cellulare. 
No reply. 
Sfurio per mezz'ora in merito al fatto che mentre io ho bisogno di lui sarà a Chamonix a spendersi i miei onorari, senza farmi sfiorare dall'idea che possa essere impegnato in una delicatissima emergenza chirurgica. 
Recupero l'opuscolo del Policlinico per le mamme in attesa e chiamo un altro numero, estraendo a caso tra sala parto, ostetricia, pronto soccorso ginecologico e altri nomi-spauracchio di questo tipo. 
"Salve, sono una paziente del Dott. X. Sono scaduta oggi. Cioè...scaduta...avevo il termine oggi..." 
"Seeee..." 
"Ma alle GOT (gravidanze oltre il termine) non mi risponde nessuno..." 
"Fino a lunedì sono chiusi che è festa." 
"Ah...beh...spero allora di rimanere chiusa anch'io fino a lunedì..." 
Silenzio. Mi trattengo dal ribattere si, facevo del sarcasmo
"Insomma io dovrei fissare il primo monitoraggio." 
"Eh...allora venga domani al Pronto Soccorso Ginecologico che glielo fanno lì" 
"Bene. Senza prendere appuntamento?" 
"Si. Si. Vada e basta." 
"Serve qualcosa? Un 'impegnativa?" 
"No. No. Vada e basta." 
Ieri mattina, come da suggerimento, vado e basta! O meglio mi faccio scarrozzare là e basta. Ore 9 ca. Sole alto nel cielo. Junior non si era ancora fatto sentire e chiaramente nessun dolore. Dopo aver attraversato il corridoio del reparto maternità a testa bassa, temendo di vedere qualcosa che poteva toccare il mio fragile equilibrio di prossima partoriente, suono al Pronto Soccorso. 
"Salve io sono oltre termine. Dovrei fare il tracciato." 
"Ah...aspetti." 
 Aspetto. Dopo poco mi viene ad aprire una diciottenne, che chiede se avevo appuntamento. "No..." "Vabbè...venga...il papà sta fuori." La seguo. Evidentemente rassicurata dall'assenza della presenza maschile, la ragazza attacca. "Perchè è venuta senza appuntamento? Perchè è venuta qui?" Racconto la telefonata del giorno prima con aria anche un po' colpevole e questa va a chiamare la Dottoressa di turno. Torna accompagnata da un altro paio di giovanotte, che cercano di capire non tanto cosa fare di me quanto chi fosse colpevole di avermi spedito lì di sabato mattina. 
"Eh...io...ecco...mi hanno detto di venire al Pronto Soccorso e che non c'era bisogno d'altro..." "Ora ci penso io..." fa minacciosa la giovane Dottoressa. 
Chiude la porta e mi abbandona nella stanzetta rosa senza sapere se riusciremo a fare il benedetto tracciato. Ovviamente dal separè di plastica sento distintamente la telefonata. "Insomma è già la seconda che viene qui a farsi controllare. Ma chi gli ha detto di presentarsi così quando vogliono. No. Non cercare scuse. E' italiana. Non può aver capito male. E adesso come faccio a fare la visita???" 
Inutile precisare che in sala d'attesa non c'era nessuno all'infuori di me e un apparentemente dormiente Junior. Ritorna. 
"Senta le fisso un appuntamento lunedì mattina." 
"Ma sarò già tre giorno fuori termine. Mi hanno detto di venire questa mattina...." "Eh...guardi se ci tiene io posso controllarla, ma come codice bianco da Pronto Soccorso quindi deve andare a pagare il ticket alle casse...insomma non so se vale la pena." 
Beh...io credo valga la pena di farsi dare una guardata. Non vorrei che il ragazzino fosse asciutto lì dentro. 
Di fronte al rischio di farmi rispedire a casa con un nulla di fatto i primi pensieri che mi colgono sono:
1- Fortuna che è rimasto fuori o saremmo già nel pieno di una scenata truculenta. 
2- Le casse del Policlinico sono quella sorta di casello Firenze Scandicci il 15 d'agosto. 
3- Menti. 
"Ieri al telefono mi ha chiesto se sentivo muovere il bambino. Io lo sento poco da qualche giorno...allora...forse è per questo che mi hanno detto di venire qui..." 
"Ah...beh...se lo sente poco facciamo un controllo!" 
E giusto giusto in quel momento, una volta raggiunto il mio scopo, Junior ha ben pensato di svegliarsi e sbugiardarmi, facendo apparire con prontezza un piede che si stiracchiava, come se un mandarino fosse improvvisamente sbucato dal mio fianco sinistro. Cerco di dissimularlo chiudendo il piumino, ma al momento dell'estrazione del pancione lui continua la sua ginnastica mattutina e la Dottoressa mi lancia uno sguardo rassegnato attaccandomi alla macchina. 
Ma ormai era troppo tardi! 
Morale: Ancora calma piatta. Junior sta bene, ha acqua e placenta anche se poco spazio. Quindi ci vediamo lunedì... 
Mi prescrive anche altri esami del sangue da fare prima del parto "per sicurezza". Il che mi fa pensare che forse non siamo così vicini al parto, calcolando il tempo medio per avere un referto. 
Andiamocene a casa Junior. Questo posto è troppo rosa e troppo tappezzato di foto di gattini per noi due! 


Ah, già! Che senso ha il titolo del post? Ho il colostro. Non ho il bambino, ma almeno la pappa è pronta!

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