giovedì 5 gennaio 2012

Chiari di Luna


Eccoci ancora a qui. Ancora due in uno.
Nessuna novità clinica rispetto a ieri, solo le solite novità psico-emotive che ormai non interessano a nessuno. Motivo per il quale le scrivo qui: nessuno mi sta più a sentire!
Ma torniamo alle bistrattate novità.
La mia intolleranza nei confronti del mondo esterno di questi giorni ieri si è accanita subito di buon mattino contro i mezzi di informazione.
Premetto che, a mio giudizio, ad esclusione di poche e un po’ troppo patinate testate dedicate al tema maternità e bambini, il tema gravidanza è generalmente trattato dai mass media con atteggiamento dolciastramente superficiale o pesantemente terroristico.
Già. Valesse solo per la gravidanza…
Ad ogni modo, ieri mattina un brillante esempio dell’approccio terroristico è arrivato da un articolo di discutibile taglio scientifico apparso sul Corriere della Sera di lunedì 03/01/2012. E dico il Corriere della Sera, con tanto di richiamo in prima pagina.
L’articolo riassume le interessanti teorie alla quali è giunta la Sign.ra Annie Murphy Paul, della quale non si accenna la nazionalità, ma si scopre facilmente navigando in Internet essere una giornalista scientifica e quindi NON un medico, la quale spiega, tra le tante cose, come i bambini nati in inverno siano più bassi e più cagionevoli a causa della mancanza di vitamina D della madre.
Ma questo è il meno. Purtroppo nella versione on-line non è riportato il prezioso schemino a vignette ad uso della sciocca puerpera con il riassunto dei possibili e orribili danni procurati da alimenti notoriamente pericolosissimi quali, ad esempio, la carne rossa o il pesce…
E’ bello leggere certe cose alle nove del mattino al nono mese di gravidanza. A gennaio.
Ma non credo sia il caso di aprire un dibattito sulla qualità dell’informazione. Sono argomenti complessi e io non posso (riesco a) dedicare neuroni a pensieri che non siano il parto…
In contropartita però ieri sera, stentate pure a crederci, grazie a un telegiornale su una rete nazionale ho tratto uno spunto interessante. Un documentario girato da un regista francese che testimonia come tante donne nei più disparati Paesi del mondo abbiano dato alla luce i loro bambini durante l’eclissi del 2006, mentre il Sole veniva oscurato dalla Luna.
Sono immediatamente andata a cercarlo e per ora ho recuperato il trailer che condivido subito con grande soddisfazione.
 
Spero nei prossimi giorni di riuscire a recuperare la versione integrale.
Lo so. E’ toccante. Forse stucchevole. Magari risulterà anche un po’ naif. Giustamente potrà anche lasciare indifferenti la più parte di voi che non si sono ancora trovati a immaginare come suonerà “Le premier cri” che sentirete dopo il parto (e spero si senta forte e chiaro).
Per me è diverso. Perché io sono nella Terra di mezzo. Quella della quasi-mamma.
Ora, io non voglio fare la sentimentalona che dice di aver sempre odiato i bambini fino a quando per caso non è rimasta incinta, allora apre un blog e si mette a dispensare consigli da migliore madre dell’etere. Io semplicemente avevo un po’…paura dei bambini. Forse perché l’ultimo bambino con cui ho avuto a che fare direttamente è stato mio fratello minore…molto amato, ma non esattamente un tipo dalla mano leggera.
I bambini sono delicati. Indifesi. Hanno bisogno di protezione, ma sono capaci di farti impazzire come neanche gli adulti. Hanno bisogno di fermezza e tenerezza. Con i bambini è facile sbagliare e lasciare dei segni. Su di loro. Su di te. Ho sempre pensato che avere a che fare con un bambino fosse come guidare sul ghiaccio una macchina sportiva. Insomma…non quel tipo di cose che approccio con naturalezza.
Poi iniziano quei nove mesi in cui devi iniziare a pensare che diventerai mamma. E non c’è più spazio per la paura da scacciare con un “non fa per me”. E non sei ancora la mamma un po’ stanca che ripete solo “l’hanno fatto tutti, lo farai anche tu”.
Per nove mesi quello che riguarda i bambini per te è un mondo magico e delicato. Qualcosa di cui parlare sotto voce. Tutine pulite da riporre dopo avergli dato un bacio.

Quindi, nonostante tutto, ieri sera…giusto un pochino…mi sono commossa.

Ma la realtà non è solamente delicate lacrimette da femminuccia. Perché l’altra novità è tutt’altro che divertente.
Rientro a casa a metà pomeriggio dopo una passeggiata (Fai del movimento…fai del movimento…che partorisci) e mi ritrovo la persona con cui divido casa, vita, metaforicamente la pancia, esperienza genitoriale, problemi e sensazione che forse in fondo tutto ha un senso, a casa anzi tempo.
-           Che fai qui?
-           Ehm…non mi sento molto ben…
-           Come?
-           No…niente. Un po’ di infl…
Il mio sguardo si fa truce.
-           …di?
-           Mal di gol…no…un po’ di raffred…forse qualche linea…
Mollo a terra le borse della spesa (fai degli sforzi…fai degli sforzi…che partorisci) e mi lancio a indossare la divisa anticontagio usata da Dustin Hoffman in Virus Letale.
-           Ma sto bene. Davvero. Non è niente.
-           Non puoi farmi questo adesso! Lo sai da nove mesi!!!
-           Ma è solo un po’ di raffreddam…stanotte magari dormo nell’altra stanza…
-     Nooooooooo! – scena madre – Non puoi lasciarmi adesso! Ho bisogno di essere rassicurata, di potermi sfogare tutta la notte sulle cose orrende che leggo su internet! Io ho bisogno di poter contare sulla tua lucidità, sulla tua prontezza di corpo e di spirito. Tutte doti che io ho perso mesi fa!!!!
-           Ma…credo solo di avere...un leggero virus…
-           Noooooooooooooo!
Se mi avesse detto che aveva un’atra l’avrei presa decisamente meglio e scappo via piangendo a balzelloni leggiadri come Neil Armstrong. Primo uomo. Dicono. Sulla Luna. Appunto.

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