Nessuna novità clinica rispetto a
ieri, solo le solite novità psico-emotive che ormai non interessano a nessuno.
Motivo per il quale le scrivo qui: nessuno mi sta più a sentire!
Ma torniamo alle bistrattate novità.
La mia intolleranza nei confronti del
mondo esterno di questi giorni ieri si è accanita subito di buon mattino contro
i mezzi di informazione.
Premetto che, a mio giudizio, ad
esclusione di poche e un po’ troppo patinate testate dedicate al tema maternità
e bambini, il tema gravidanza è generalmente trattato dai mass media con atteggiamento
dolciastramente superficiale o pesantemente terroristico.
Già. Valesse solo per la gravidanza…
Ad ogni modo, ieri mattina un brillante
esempio dell’approccio terroristico è arrivato da un articolo di discutibile
taglio scientifico apparso sul Corriere della Sera di lunedì 03/01/2012. E dico
il Corriere della Sera, con tanto di richiamo in prima pagina.
L’articolo riassume le interessanti teorie alla quali è giunta la
Sign.ra Annie Murphy Paul, della quale non si
accenna la nazionalità, ma si scopre facilmente navigando in Internet essere una giornalista
scientifica e quindi NON un medico, la quale spiega, tra le tante cose, come i
bambini nati in inverno siano più bassi e più cagionevoli a causa della
mancanza di vitamina D della madre.
Ma questo è il meno. Purtroppo nella
versione on-line non è riportato il prezioso schemino a vignette ad uso della sciocca
puerpera con il riassunto dei possibili e orribili danni procurati da alimenti
notoriamente pericolosissimi quali, ad esempio, la carne rossa o il pesce…
E’ bello leggere certe cose alle nove
del mattino al nono mese di gravidanza. A gennaio.
Ma non credo sia il caso di aprire un dibattito sulla
qualità dell’informazione. Sono argomenti complessi e io non posso (riesco a) dedicare
neuroni a pensieri che non siano il parto…
In contropartita però ieri sera,
stentate pure a crederci, grazie a un telegiornale su una rete nazionale ho
tratto uno spunto interessante. Un documentario girato da un regista francese che
testimonia come tante donne nei più disparati Paesi del mondo abbiano dato alla
luce i loro bambini durante l’eclissi del 2006, mentre il Sole veniva oscurato
dalla Luna.
Sono immediatamente andata a cercarlo
e per ora ho recuperato il trailer che condivido subito con grande
soddisfazione.
Spero nei prossimi giorni di riuscire
a recuperare la versione integrale.
Lo so. E’ toccante. Forse stucchevole.
Magari risulterà anche un po’ naif. Giustamente potrà anche lasciare
indifferenti la più parte di voi che non si sono ancora trovati a immaginare
come suonerà “Le premier cri” che sentirete dopo il parto (e spero si senta
forte e chiaro).
Per me è diverso. Perché io sono nella
Terra di mezzo. Quella della quasi-mamma.
Ora, io non voglio fare la
sentimentalona che dice di aver sempre odiato i bambini fino a quando per caso
non è rimasta incinta, allora apre un blog e si mette a dispensare consigli da
migliore madre dell’etere. Io semplicemente avevo un po’…paura dei bambini.
Forse perché l’ultimo bambino con cui ho avuto a che fare direttamente è stato
mio fratello minore…molto amato, ma non esattamente un tipo dalla mano leggera.
I bambini sono delicati. Indifesi.
Hanno bisogno di protezione, ma sono capaci di farti impazzire come neanche gli
adulti. Hanno bisogno di fermezza e tenerezza. Con i bambini è facile sbagliare
e lasciare dei segni. Su di loro. Su di te. Ho sempre pensato che avere a che
fare con un bambino fosse come guidare sul ghiaccio una macchina sportiva.
Insomma…non quel tipo di cose che approccio con naturalezza.
Poi iniziano quei nove mesi in cui
devi iniziare a pensare che diventerai mamma. E non c’è più spazio per la paura
da scacciare con un “non fa per me”. E non sei ancora la mamma un po’ stanca
che ripete solo “l’hanno fatto tutti, lo farai anche tu”.
Per nove mesi quello che riguarda i
bambini per te è un mondo magico e delicato. Qualcosa di cui parlare sotto
voce. Tutine pulite da riporre dopo avergli dato un bacio.
Quindi, nonostante tutto, ieri
sera…giusto un pochino…mi sono commossa.
Ma la realtà non è solamente delicate
lacrimette da femminuccia. Perché l’altra novità è tutt’altro che divertente.
Rientro a casa a metà pomeriggio dopo
una passeggiata (Fai del movimento…fai del movimento…che partorisci) e mi
ritrovo la persona con cui divido casa, vita, metaforicamente la pancia, esperienza
genitoriale, problemi e sensazione che forse in fondo tutto ha un
senso, a casa anzi tempo.
- Che
fai qui?
- Ehm…non
mi sento molto ben…
- Come?
- No…niente.
Un po’ di infl…
Il mio sguardo si fa truce.
- …di?
- Mal
di gol…no…un po’ di raffred…forse qualche linea…
Mollo a terra le borse della spesa
(fai degli sforzi…fai degli sforzi…che partorisci) e mi lancio a indossare la
divisa anticontagio usata da Dustin Hoffman in Virus Letale.
- Ma sto bene. Davvero. Non è niente.
- Non puoi farmi questo adesso! Lo sai da nove mesi!!!
- Ma è solo un po’ di raffreddam…stanotte magari dormo
nell’altra stanza…
- Nooooooooo! – scena madre – Non puoi lasciarmi adesso! Ho
bisogno di essere rassicurata, di potermi sfogare tutta la notte sulle cose
orrende che leggo su internet! Io ho bisogno di poter contare sulla tua
lucidità, sulla tua prontezza di corpo e di spirito. Tutte doti che io ho perso
mesi fa!!!!
- Ma…credo solo di avere...un leggero virus…
- Noooooooooooooo!
Se mi avesse detto che aveva
un’atra l’avrei presa decisamente meglio e scappo via piangendo a balzelloni
leggiadri come Neil Armstrong. Primo uomo. Dicono. Sulla Luna. Appunto.
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