Dicono che poteva capitare di avere
episodi di pianto, ma dopotutto “poteva capitare” anche prima. Insomma nella
categoria del “può capitare” rientrano episodici film strappalacrime, episodici
schiacciamenti di dita in un cassetto, episodiche mattina in cui decidi di
salire sulla bilancia, episodiche parole sbagliate da parte di qualcuno.
Insomma uno non ci da peso se ti
dicono “potrebbero capitare episodi di pianto” dopo il parto. Potrebbe anche
capitare che piova una settimana dopo il parto.
Poi succede che arrivi a casa e non ti
sembra più casa. Non solo perché il piccoletto è tornato con te e ha intenzione
di vivere lì, ma anche perché ti sembra che in quei pochi giorni tutto sia
cambiato. Che se ti svegliassi di notte un po’ infreddolita e cercassi un
pigiama pesante al buio non riusciresti più a trovarlo. Che le cose non siano più al loro
posto e anche quando le trovi al loro posto non ti sembra più quello giusto.
Ti avevano detto che saresti stata
gelosa del tuo bambino, ma non che ti avrebbe dato fastidio anche sentirlo
chiamare in qualsiasi modo che non sia il suo (discusso) nome.
E ti sembra che la tua ironia, che ti è
sempre sembrata l’unica zattera nella valle di lacrime, abbia preso il largo insieme
alla placenta poco dopo Junior.
Così non riesci più ad allontanare gli
idioti con allegria.
[Esempio? Junior nella realtà ha un nome
doppio, cosa che ha sempre suscitato le più demenziali domande, alle quali in
situazioni pre-parto facevo fronte con sfrontatezza.
Tipo qualsiasi: “Ah…un
maschio! E come lo chiamate?”
Io: “Lo
chiameremo XY”
Tipo qualsiasi: “Ah…e poi come lo chiamate? X o Y?”
Io: “Lo
chiameremo col suo nome, no?”
Tipo qualsiasi: “Si, ma X o Y?”
Io: “Mah…non
so…magari lo chiameremo Giorgio?!?”
Dopo il parto a una domanda del genere
non rispondo e mi allontano muta, maleducatamente e sconsolatamente, piangendo
in silenzio le sorti dell'umanità.]
Vengono giorni tristi. Di quella
tristezza che non sai da dove arriva e non vuoi pensare che arrivi esattamente
da dove è arrivato quel piccoletto che ti sorride mentre dorme.
Ti avevano detto di farti aiutare in
casa e che avresti anche avuto bisogno di solitudine, che ti saresti sentita
piena di adrenalina e completamente incapace.
Non avevi creduto che questo potesse avere
una serie di ripercussioni più o meno importanti. Come rischiare di iniziare
ad alzare la bassissima media di liti aggravate da futili motivi con SS. Come essere
talmente tanto più insofferente del solito nei confronti dell’altrui da volerlo
solamente respingere con gli unici mezzi che Junior ti lascia a disposizione,
cioè scarpate, anche se si tratta di innocui visitatori, magari anche portatori
di oro, incenso e mirra. Come chiamare persone di fiducia per avere parole di
conforto e se le parole di conforto rasentano il confine semantico del consiglio
dato con il cuore ti innervosisci e li tacci urlando di sotuttismo. E dover fare i conti con quanto dopo ti senti stronza.
Vorresti stare sola col bambino e hai il
terrore di stare sola con lui.
Vorresti piangere, ma temi che
iniziando potresti non smettere più.
Ti vedi strana, molto strana non solo
perchè i tuoi capelli hanno un colore orrendo e il tuo sedere una forma poco
geometrica.
Vorresti forse tornare a due settimane
prima…quando tutti ti dicevano vedrai che rimpiangerai, ma non lo ammetterai
mai e piangi di nascosto…on line o all night long.
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