domenica 9 settembre 2012

Ti amo settembre

Finalmente settembre! Il mese che amo di più. Sarà perché a metà settembre iniziavano le scuole, ma io ero tutto sommato contenta perché prima ci sarebbe stata la festicciola del mio compleanno. Sarà perché mi piace quando finisce quel caldo che ti fa sudare ogni quattro passi, ogni pasto e ogni aperitivo. Mi piace quella brezza serale che profuma un po' di autunno, ma la mattina c'è ancora il sole. Amo quei giorni in cui torna la pioggia dopo il gran caldo e pensi ai funghi. Amo questa stagione in cui vai a fare compere, vedi in vetrina cappotti, stivali, stole di pelliccia e pensi "questo sarebbe bello per Natale". Amo questa stagione in cui estrapolo dai cassetti quei tre golf di cotone che riesco a mettere solo un paio di settimane l'anno perché sono "mezza stagione" e - si sa - non esistono più. Amo passare davanti alle cartolerie e sentire il profumo di cartelle nuove, cartone e pastelli per la scuola. Amo camminare per strada e vedere le foglie gialle che ti cadono davanti, scegliendo tra tanti proprio il tuo passaggio. Amo infilare foglie gialle tra le pagine dei libri. Come ieri quando passeggiavo per un viale alberato con Junior e una foglia gialla è caduta nel passeggino "Guarda Junior questa foglia è venuta proprio da te!" e lui se l'è mangiata...
Amo prendere le prime coperte dai piani alti dell'armadio e metterle sui piedi prima di dormire. Amo andare al mercato quando le pesche non sono più buone e l'uva non ha ancora sapore. Amo settembre perché - in questa società stupida e sbagliata - è il vero inizio dell'anno. Amo fare i propositi per poi non ripeterli il primo di gennaio perchè avrò già fallito in autunno. Amo anche il traffico che torna alle sette del mattino. Amo la voglia di zuppe di zucca. I plaid sul divano. I tricot di Junior. Gli ombretti color prugna. I capelli da scurire dopo la piscina dell'estate. Gli stivali da lucidare. E anche questa città, che detesto e adoro in ogni suo angolo, che, anche senza Instagram a seppiare le foto venute male, sembra sempre una cartolina degli anni quaranta. Amo anche l'idea di invecchiare perché alla fine tutto torna e anch'io prima o poi tornerò e mi desterò e amerò come ora. Amo quindi anche il mio compleanno e anche se (anche) quest'anno avrei voluto passarlo nel luogo X in compagnia di SC, JR, A, B, C, D, E, F e pure G e H, invece lo passerò nel luogo Y in compagnia SC, JR (e per fortuna), A, B, C (forse) e pure S e si prospetta una delle settimane più sfacchiananti e umilianti dell'anno, sarà comunque tutto bellissimo. E' settembre!     

lunedì 3 settembre 2012

Il tempo.

Metti insieme, nella stessa quindicina di giorni, l'avvicinarsi inesorabile come un colpo di gong (ennesimo...colpo di gong) del mio compleanno e Junior che si approccia a fare qualcosa da grande, come rasarsi (sivabbé i capelli, non la barba) e allora ti fermi a pensare che il tempo passa e tu...che alla fine sembra ier...che cresce così in fr...ma no dai...lo sai che pensare ti fa male!
Pensiamo solo che rasato è molto più figo...oltre che l'inquietante fotocopia rimpicciolita di suo padre.


sabato 1 settembre 2012

Tutto torna...

Un anno fa ero incinta. Uno stato di grazia! Che bello ripensare a quelle mattine dal colorito verdognolo e quella sensazione nello stomaco da gita in autobus sulla costiera amalfitana! Ma tutta passa...e come passa a volte ritorna! Era l'alba e stavo preparando il tapperware di pappa di Junior da portare alla tata. Inutile dire che la tata tedesca fa comunella con la pediatra e mi ha vietato l'uso degli omogeneizzati. "Kissà ke ropa ci mettono dentro in kuei vasetti. Fai tu pollo e pesce a vapore per pikkolo. Io non do vasetto!" E a una che ti parla così come fai a dire di no...
Ma certi giorni...che magari è tardi...che magari non hai voglia...che non hai fatto in tempo ad andare nel negozio bio dall'altra parte della città a prendere il pollo bio,il nasello bio,le mele bio...allora scusi te stessa e decidi di usare il pericoloso vasetto che tieni nascosto nell'ultimo cassetto del frigo come fanno i ciccioni (solidarietà amici) di real time con i biscotti al burro! Così alle prime luci dell'alba apro il vasetto di omogeneizzato, lo fisso e mi dico che non sarà poi la fine del mondo. Giusto per una volta...
Lo apro. Lo verso.
"Ma è liquido? Ma no...sarà solo un po' sciolto...Oddio e se fosse andato a male? Ma non è scaduto...cavolo e se poi sta male? Che faccio? Ormai l'ho versato..."
Che faccio?
Lo assaggio...
Erano le 6.45.
Era all'orata.
Le nausee.
A volte ritornano.

domenica 19 agosto 2012

Ultimanente

E' più di un mese che non aggiorno il blog. So per certo che molti di voi si sono disperati, sentiti persi, preoccupati, amareggiati, interrogati, psicoanalizzati a seguito di questo mancato puntuale appuntamento settimanale. Allora che fare?
Riprendere a scrivere con regolarità onde evitare che la mia nota pigrizia sia causa di stragi di innocenti. Come riprendere in modo migliore che accampando scuse atte a motivare la mia latitanza?

Il bello che puoi trovare alzandoti all'alba anche in ferie!
Ecco le migliori che mi vengono in mente...e come sempre, nonostante potrebbe sembrarlo, nulla di tutto questo è frutto (interamente) della mia fantasia.
Ultimamente, molto ultimamente, cioè fino a questa mattina, ero in vacanza. E voi direte "Appunto, avevi tempo di aggiornare il blog!". Vero, ma ero in vacanza nell'unico posto in Italia dove la mia appendice tecnologica non prendeva una mazza. Quindi ne ho approfittato per non fare un ca@@o? Noooo....ho in memoria almeno una cinquantina di post freschi freschi.





Prima di questo periodo di vacanza poi ho iniziato lo svezzamento di Junior. Junior non è grasso...è semplicemente ENORME. La pediatra la prima volta che ha visto le misure prese in ospedale mi ha chiesto se si fossero sbagliati. Veste vestitini 9 mesi. Sta quasi in piedi. Sta seduto da più di un mese. Pesa quasi 10 chili. E' lungo parecchio più del normale. E uno pensa che lo dica per bullarmi di aver fatto un colosso. Già...se ne bulla anche la mia schiena! Detto questo, lo svezzamento di Junior ha comportato per me un tragico aggravio del lavoro casalingo. Poiché in merito al lavoro casalingo per me tutto ciò che è superiore allo zero è un tragico aggravio. Junior ha scoperto con gioia la bellezza dei sapori naturali, della freschezza delle verdure estive, delle pappine diverse e della frutta di stagione. Morale. Ogni due ore e mezza sono inchiodata a bollire, tritare, frullare, scaldare, miscelare e filtrare. Senza dimenticare che la pediatra (scelta dopo innumerevoli tentativi di trovarne una che mi sembrasse - quantomeno - seria) è un'integralista dell'alimentazione sana per bambini. Quindi no a omogeneizzati (che chissà cosa ci mettono dentro), no a compostine di frutta (che sono tutte conservanti) e no soprattutto a sempre le solite cose! Quindi ogni pasto una cosa diversa! Considerando che Junior mangia al massimo 30 grammi di pollo o similari per pasto prova tu a bollire al vapore 30 grammi di sogliola ogni 48 ore! Mi sento una sorta di Benedetta Parodi relegata per la legge del contrappasso alla ripetizione quotidiana della stessa puntata dei Menu di Benedetta. Ovviamente nel suo caso il peccato capitale sarebbe stato l'ignoranza di aggettivi in lingua italiana al di fuori dell'aggettivo "goloso". Nel mio caso non lo so.
Si. Quello che vedete nella foto è Junior che, anche in piscina, dorme con un cucchiaio in mano.

Ultima scusa, la più credibile. Come avevo accennato sto cercando un editore per il mio ultimo libro. Non ho trovato un editore, ma ho trovato un'agenzia che mi ha proposto di aggiornare dei siti diciamo in modo professionale. Per raccontare brevemente come sono andate le cose ecco un breve stralcio di quando ne ho parlato a SC.
"Mi hanno contattato dall'agenzia XXX. Mi hanno chiesto se voglio collaborare con loro. Scrivere qualche pezzo per i portali che curano..."
"Wow, complimenti!"
"Eh...si. Hanno letto il mio blog...una mia amica conosceva un tipo...Lavorano nel modo dell'editoria..."
"Bello. Io ti sostengo! Accetta! Accetta! Ma che devi fare?"
"Scrivere ogni giorno circa 3 articoli...l'argomento lo scelgono loro...400 battute. Insomma un pò impegnativo, però...da cosa nasce cosa...sai...."
"Però...e ti pagano..."
"Beh...qualcosina a pezzo...sai per partire...sono x€ ad articolo!"
"Eh...pochino però da cosa nasce cosa! Io ti sostengo!"
Tre giorni dopo. Ore 18.30.
"Ciao Amore! Sei tornato! Potresti controllare un attimo Junior che sta cercando di abbattere di testa la porta del frigo? Così finisco gli articoli e li invio...."
"Ecco la solita pezzente...per 'sta ca@@ta trascuri Junior!"
Quindi sensi di colpa devastanti come demoni dell'Apocalisse hanno iniziato a cavalcare nella mia mente e ho smesso di scrivere quando Junior è sveglio...cioè sempre durante il giorno!

Ecco riassuntivamente i motivi per i quali ho perso un po' di costanza...ma ora va meglio...o almeno - come continuo a ripetermi come un mantra - andrà tutto bene. Andrà tutto bene.


Si. A parte ecco Junior...precoce anche nel seguire la passione di mamma per la lettura!

domenica 15 luglio 2012

Un post di (ri)getto sulla solitudine.

Io ero una che la solitufine pensava di conoscerla e, a dirla tutta, l'ho anche sempre considerata una valore. Quelle cose tipo chi fa da sé fa per tre.
Saper stare da soli. Non dover chiedere. Non sentirsi in difetto. Da soli. Io sono una solitaria. Una di quelle che fa fatica a tenere i rapporti. Con gli amici di scuola, con gli amici lontani. Io mi allontano. Perdo i contatti. Sto da sola. Poi mi dispiace ci penso, ma è tardi e nel mentre andava bene così. Ho i miei libri, un ipod. Poi senti parlare della solitudine delle madri e ti chiedi cosa sia. Ti chiedi come ci si possa sentire soli se si è sempre legati/attaccati al piccoletto. Se intendono dire che sei madre quindi ti lasciano sola o se ti senti sola perchè sei madre. Sembra strano, detto così.
Senti dire "alla fine il figlio è della madre" e credo non si riferiscano elegantemente al vecchio adagio in base al quale la madre è certa, ma il padre no. Non capivo se la solitudine delle madri potesse essere diversa dalla solitudine degli anziani, dei single, dei malati, degli altri.
Come fai a essere sola, se hai sempre il tuo clone attaccato?
Come fai a sentirti sola se non lo sei neanche al bagno, ma c'è sempre un tipo bassetto che ti guarda da una sdraietta appoggiata a terra?
Poi arriva un momento. Critico. Quando ormai sei fuori dal tunnel. Perchè il parto è passato da un pezzo, il latte pure, il piccolo non è più così piccolo e di notte tutto sommato si dorme. Allora, insomma, ragioni, sei lucida non sei in preda a eventi e ormoni. E capisci che forse si. Sei sola. Perchè tutti hanno finito di mettere il naso nella tua relazione col piccoletto, perchè ormai "hai preso il via". Perchè certe persone ti fanno capire che non sei sempre ospite gradito, perchè hai sempre il piccoletto appresso. Perchè se si prospetta un periodo impegnativo o un fine settimana importante, è meglio se togli il disturbo. Perchè, anche se tutti spergiurano "Chiamami, che io ci sono sempre" tante cose piccole sono insormontabili (ad esempio ho rotto l'asciugacapelli un mese fa), ma nessuno c'è sempre.
Perchè vorresti avere contatti con il mondo esterno, ma il tuo tempo è poco, il tuo aspetto è imbarazzante, il tuo esprit è un pò spento e quindi qualcuno ti rifugge. Perchè hai sempre il coprifuoco, perchè non bevi, perchè poi ti chiamano all'improvviso e devi scappare a casa, perchè magari capita che parli spesso di Junior. Poi capita di tornare a casa e incontrare un' amica e quando ti fa ricordare come ci si sente quando qualcuno ti chiede semplicemente "Tu come stai?" allora pensi che...forse...si, beh...ecco...forse sono un pò sola...si...se mi fermo a pensare...forse sono un pò sola. Ma io sono quella che va a letto per ultima e si sveglia per prima e Junior si addormenta accarezzandomi i capelli e mi sorride a tutte gengive quando si sveglia. Quindi, no, non ho tempo per fermarmi a pensare.

venerdì 6 luglio 2012

Welcome back Mrs Morris

Poi metti una mattina. Di quelle mattine in cui l'alba sembra come l'hai sempre vista. Cioè piena di foschia, di sonno e di un'afa già fottutamente insopportabile. Metti che hai dormito poco, disturbata dal caldo e da un neonato disturbato dal caldo che ha intonato peana di quattro ore. Immaginati sola in autostrada con all'orizzonte solo una linea tremolante che divide l'asfalto sciolto dal colore lattiginoso del cielo. Metti che stai andando a lavorare. Chiaramente. Mica al mare. E pensi solo che vorresti tornare a dormire, se solo tornare a casa non significasse riaffrontare il neonato accaldato, un altro inquilino litigiosissimo per il caldo, e, qualora riuscissi a superare queste due sfingi, avresti comunque troppo caldo per ricominciare a dormire. Alle sette e quindici. Metti che è pure lunedì. Che l'Italia ha perso gli europei in finale e che non te ne frega un cazzo, ma oggi saranno tutti un pò più suscettibiil e senti che troverai il modo di farne le spese. Che stai pensando chi il weekend che aspettavi sempre con ansia si dimostra poi sempre più stancante della settimana e che se perdi anche la mestizia della piccola, pavida e borghese felicità del daichedomanièvenerdì rischi davvero di non vedere più la luce oltre il tunnel. E sudi. E non sono neanche le otto. E vorresti andare in ferie, portarti Junior, al mare. Al fresco. ma se lo dici ad alta voce ti dicono "ma se hai fatto sei mesi a casa a far niente". Allora sale quella voglia. Quella voglia del malessere piccolo piccolo. Quel malessere di sottofondo che non rompe la soglia, che si combatte con poco. Il malessere delle mattine che sanno ancora di sogni, di camicia bagnata sulla schiena, dell'uscire di casa senza il tempo del caffè. Di acqua fredda di frigo. La senti salire e ti chiude l'esofago. Senti la gola che vorrebbe bruciare. E pensi NO. Devo resistere. E' passato tanto tempo. Sono fuori pericolo. E pensi. Sarebbe stupido. Poi il cartello. Area di servizio 1000 m. Mi fermo. Bevo solo un caffè. Solo un caffè. E sai che non sarà così. E sai che lo farai perchè ne senti già l'odore attaccato ai sedili della macchina. Allora scendi e non vedi l'ora. E dici solo caffé e pensi solo stavolta. E la cassiera ti guarda come guarderà l'altro migliaio di persone che vedrà oggi e non sa che per te sarà quella che te le ha vendute il 2 di luglio del 2012. Aggravando.
"Con due regalo l'accendino"
"Due. Si. L'accendino. Grazie."
"Caffè?"
"No. Grazie."
"Vuole un gratta e vinci?"
"No grazie. A così. Siamo a posto così."
Welcome back Mrs Morris.

giovedì 28 giugno 2012

Le guardone

Diciamo la verità! Siamo attorniati da guardoni.
Telecamere, spie, spioni, guardie, controllori, controllori dei controllori, guardoni da parco, guardoni da camerino, guardoni di professione e anche (ovviamente) guardoni da spiaggia.
Non essendo la sede per esprimere il mio pensiero in merito al voyeurismo (ammesso che ne abbia ancora uno), mi soffermo solamente sulla parte meno pruriginosa dei guardoni i cui occhi, alla sprovvista, potreste trovarvi addosso da un momento all'altro.
Vi siete mai fermati a riflettere sul modo in cui osservate le persone?
Beh, vi invito a farlo.
Avete presente quel compagnuccio delle medie che aveva una cotta per voi e con la discrezione di un guardone da parco in pieno giorno vi fissava con l'occhio da triglia per tutta l'ora di matematica? Ecco ci sono molti esseri umani prevalentemente femmine che hanno l'abitudine di farlo ancora nonostante sia finito il tempo delle mele.
Tengo a precisare, nel caso qualche mio compagno delle medie stesse leggendo questo blog, che io posso sapere come ci si fissava alle medie solo per interposta persona perchè all'epoca pesavo 115 kg ed ero un grosso brufolo a forma di faccia.
A parte questo, che sono riuscita a superare non senza fatica, non riesco a superare il fatto di trovarmi ancora davanti a questo genere di fissatori giudicanti anche ora, in età anagraficamente adulta.
Il fissatore solitamente è una donna di età variabile dai 20 ai 60 che, contrariamente al tredicenne delle medie, usano il loro sguardo fermo, fisso, impassibile, ignaro o non curante delle buone maniere, al fine unico e solo di mortificarti nell'evidenziare col loro bulbo riflettente ciò che di te non approvano.
Per dirla con meno giri di parole, quelle persone che ti parlano e si fissano sul difetto. Con schifo malcelato. Una sbavatura del trucco, un piccolo brufolo, un pò di insalata nei denti, una macchia sulla camicia.
Insomma lo sguardo di mia madre fisso sulla mia ricrescita mentre le parlo.
Fatto qeusto preambolo, provate a immaginare cosa può essere di più umilante per una che ha partorito da cinque mesi che mettersi in costume da bagno? Mettersi in costume da bagno e trovarsi davanti a persone col vizietto del fissatore giudicante!
Bene, questo ovviamente mi è successo nella mio rilassssssantissimo fine settimana, dove abbiamo portato Junior a fare il suo primo bagnetto. Inutile dire che se avessi fatto sei ore di cordata mi sarei stancata di meno.
L'operazione balneazione di Junior è stata quindi tanto divertente quanto stressante, aggravata dalla mia reticenza a scoprire le nudità, dalla presenza di una macchina fotografica per immortalare il momento, che ho dovuto cercare di schivare come colpi di un fucile a pallettoni e una serie di fissatrici da spiaggia che, fatalità, si trovavano nei dintorni.
Senza contare che, come ogni volta che si esce con Junior, il mio stato d'allerta è massimo per non dimenticare nulla dell'immane necessaire che il ragazzo porta con sè e per rispondere alle domande trabocchetto di SC con la velocità di Ferdinando Sallustio a Passaparola.
- Hai portato il suo costumino?
- Si
- La maglietta per il bagno in maglietta da tedesco?
- Si
- La cremina?
- Si
- L''antizanzare per bambini?
- Si
- Il suo accappatoio?
- Si
- Il suo salvagente?
- Si
- Il cambio? Stavolta...il cambio!!!
- Siiii
- Il k-way?
- si...cioè no...
- Non serve! Volevo vedere se eri attenta. Le calze, che se c'è aria?
- Si
- Il suo bagnoschiuma
-. Si
- Lo shampoo bimbi?
- Si, ma scusa...hai visto il mio pareo 125 mq?
- Ehm...no...l'hai dimenticato?
Guardo nella borsa. Non c'è. Guardo lo sguardo della fissona dell'ombrellone appoggiato sul mio gluteo, un'altra fissona sull'altro gluteo, una fissona sulla coscia e...
- Hai portato i pannolini?
- No - sono seriamente tentata di dire lanciandoli nel bidone - dobbiamo tornare a casa!

giovedì 21 giugno 2012

Un periodo stressante.

Un mio conoscente - ultimamente ho prepotentemente rivisto il mio concetto di "amico" - sostiene che non lavorare nella vita non è così semplice come potrebbe sembrare.
So che state pensando "mavatteneaff@@" e fate bene perchè è quello che ho pensato io e che non gli ho detto perchè è solo un conoscente e non un amico.
E so anche che penserete "eggraziealca@@" ora che saprete che il soggetto in questione appartiene alla categoria di coloro che non devono lavorare per vivere. Ed è sempre quello che ho pensato anch'io e che non ho detto, pur avevo un sopracciglio a cuspide.
Il punto non è questo però. Il tipo sostiene che non è così facile come sembra perchè TUTTI, sapendo che sei a casa a non fare la fantomatica mazza, si permettono di disturbarti per servizietti e rotture di varia natura, prevalentemente noiosi, spiccioli o di fatica con la scusa del "tanto tu c'hai tempo".
[Ndr. questa digressione è stata fatta una domenica mattina alle 9 quando una mia amica lo aveva pregato di aiutarla a portarmi il box per Junior la cui metratura supera quella del mio garage...]
Così, finito di pensare e rimangiare improperi misti, mi sono chiesta...ma allora c'è una spiegazione al fatto che TUTTI mi disturbano senza remore con richieste di vario tipo. ESSI credono che anch'io sia a casa a far niente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E così ho avuto la risporta, che, caro Fox, stavolta era davvero là fuori!
Il vero problema è che io adesso ho ripreso a lavorare, motivo per il quale non aggiorno il blog da due stressantissime, caldissime e pienissime settimane, ma questa mezza sudosa giornata di lavoro sembra non contare niente per:
Il mio amico di penna Roberto.
- Sai, avrei bisogno di una correzione di bozze di un 150 cartelle tra due settimane. Ce la fai vero? Sai io ho casino...
- Ehm...guarda...io...non credo di riuscire ad aiutarti. C'è Junior, poi la mattina lavoro, la casa...
- Si vabbè, ma ci metti un attimo...
- Mah...150 cartelle...
- Ma noi siamo amici! Te le mando stasera.
SC
- Eh...lo so...sono via da tre giorni che lì c'è stato molto caldo, che eri sola con Junior...ma domani c'è sciopero di tutto. Credo anche i voli. Forse non riesco a tornare...
[Con quella voce che lascia trapelare "che bello dormire una notte in più nel silenzio di una camera d'albergo"]
- Ah...
- Vabbè dai torno sabato.
- Ah....peccato...già pregustavo di riuscire a farmi una doccia domani e mangiare seduta...
- Massì dai...solo mezza giornata in più...visto che tu hai tempo mi vai in tintoria?
Il mio nuovo capo con colorati post-it sulla mia scrivania per appuntamenti sempre in orari limite tipo 13.30...ora in cui neanche i beduini oserebbero attraversare la statale.
La tata (tedesca - meriterà un post tutto suo) di Junior.
- Venertì tevi tovnare presto.
- Presto cosa vuol dire?
- Puntuale alle tue. Massimo tue e un kuarto.
- Eh...farò il possibile sai...lavoro...ma se è urgente...
- Si tevo andare dal parrukkiere.
La mia amica e socia Rossella, che è un vulcano di idee e progetti, pur riusciendo a gestire nana di 2 anni da spannolinare, cene quattro portate ogni sera, lavoro, doppio lavoro, mentre io le sto dietro a fatica, riuscendo a malapena ad arrivare al lavoro senza rigurgiti sulla giacca o crema di riso nei capelli.
Persone che telefonano esordendo con "chiamo te per non disturbare SC che ha sempre un sacco di lavoro e di pensieri...".
Io non volevo diventare quel tipo di mamma ciociara che facciotuttoioerringraziadiavereunamammacomemeebbacialemani...ma certe volte mi guardo allo specchio e mi faccio paura... 

giovedì 7 giugno 2012

Un problema che nessuno capisce è un problema che non esiste?


 




Sto per rientrare al lavoro. Ne soffro profondamente e all’idea che possa soffrirne anche Junior il mio dolore aumenta. Ho selezionato una tata dopo un casting degno di epoche della storia passate, ma nessuno sembra capire la mia difficoltà attuale e, ancora peggio, quella alla prospettiva futuribile di mandarlo all’asilo nido.





La mia amica del cuore non ha figli.
-          Ah…quindi rientri al lavoro.
-     Eh…si. Purtroppo. E’ dura l’idea di staccarsi da Junior. Sono giorni che piango. Insomma…
-          Devo andare a comprare un costume.
-          Si…vabbè…dicevo che il primo distacco dalla mamma è sempre un momento…
-          Devo andare a comprare un costume vado in ferie.
-          Si. Ho capito. Quindi?
-          Quindi vado.
Tututu.

La mia collega del cuore non ha figli.
-          Ah…quindi rientri al lavoro.
-     Eh…si. Purtroppo. E’ dura l’idea di staccarsi da Junior. Sono giorni che piango. Insomma…
-          Eh…certo che tutto questo tempo a casa…dev’essere stata una figata!
-        Si, beh…se togli il fatto che ho partorito, che non dormo sei ore filate da mesi e ovunque vada devo tirarmi dietro una lettiga con dentro un Junior sempre contrariato…si, a parte quello…una figata!
-          E poi adesso fai mezza giornata. L’allattamento…
-          Si. Mezza giornata…però è comunque difficile staccarsi dal piccolo…
-          E poi l’aspettativa potrai recuperarla anche dopo…
-          Si…anche dopo…dicevo che il primo distacco dalla mamma è sempre un momento…
-          Devo lasciarti.
-          Adesso? Stavo parlando.
-          Devo andare a fare un figlio. Il lavoro mi stressa. Ciao.
Tututu.

Mio fratello Paul non ha figli.
-          Paul. Ti ricordi quando ti avevano portato alla scuola materna?
-          Si. Benissimo.
-          Paul…ti ricordi cos’hai mangiato ieri sera?
-          Mmm…vediamo…ieri…No, sinceramente non mi ricordo. Perché?
-          Lasciamo perdere. Tu eri stato traumatizzato dall’evento?
-          Da quello che ho mangiato ieri?
-          No, Paul, scusa, intendevo dalla scuola materna.
-        No. Cioè, poi ti abitui. Fai gruppo. Organizzi squadre. Vandalismi. E’ bello. Cioè poi lo vivi come una cosa che va fatta.
-          Ma Paul…non è che quella storia dei bagni allagati…
-          Bagni…quali bagni?
Tututu.

SC ha un figlio. Junior.
-          Sono veramente depressa all’idea di staccarmi da Junior. Potrebbe soffrirne molto.
Restare traumatizzato. Compromettere per sempre il rapporto tra noi.
-          Beh…pensa quando lo manderemo all’asilo!
           

venerdì 1 giugno 2012

Tutte le cose belle finiscono


Già. Tutte le cose belle finiscono. 
No. Non mi sto riferendo al campionato più bello del mondo (ovviamente). 
Presto si ritorna al lavoro. 
Poiché è un momento intimamente triste e doloroso quello di lasciare Junior, aggravato da una serie di aggravanti, non ho alcuna intenzione di parlarne seriamente per evitare di mettere nero su bianco un post strappalacrime che sicuramente prima o poi sentirò il bisogno di scrivere. 

Quindi vediamo di riderci su e vediamo di tirare le somme su come sono riuscita a sprecar...ehm...spendere questo tempo prima in attesa di e poi a casa con Junior. Perché, a priori, uno crede di avere un sacco di tempo a sua disposizione una volta eliminato il fardello della timbratura quotidiana del cartellino e che là fuori esista un mondo inesplorato, una realtà parallela, dove la gente va a fare shopping…per dire…di martedì mattina, a farsi un massaggio alle 3 del pomeriggio e si guarda un film a metà mattina. 
Uno pensa ho tutto questo tempo a disposizone…potrei imparare una lingua straniera! Mentre preventivavo all'alba di Giugno di saper ormai scrivere in arabo o guardare l’ispettore Derrik in lingua, l’unica cosa che sono riuscita a migliorare è stata la conoscenza dell’idioma locale. Vedasi dialogo da pianerottolo di questa mattina.
Vicina indigena: Pianse?
Io:                                   Eh…si.
Vicina indigena:            G’ha lo fame?
Io:                                   Ehm…no…rompe solo…cioè…è solo un po’ noioso.
Vicina indigena:            Se manza la mano.
Io:                                   Eh…lo fa…
Vicina indigena:            Elo drio inossar i denti!
Fino a qualche mese fa vi assicuro mi sarei fermata al “pianse”!
Avevo anche pensato di vedermi tutti i film degli ultimi dieci anni insigniti da Leoni d’Oro, Orsi d’argento,Palme d’oro, Zecchini d’Oro e via cantando, ma in realtà sono solo riuscita a veder finire Disperate Housewives con estremo sforzo per l’ultima serie in lingua (in nome del paragrafo paragrafo sopra). Si. So come finisce.
Volevo consolidare nuove amicizie, ma il mio pessimo umore aggravato dai malesseri gravidici prima e dagli impegni mammiferi poi mi ha reso mooooolto amica solo di persone delle quali sono assidua cliente. La farmacista, la fisioterapista, la pediatra. Vabbè, detto niente cercare di essere simpatica con l’altrui con l’acidità di stomaco, un blocco intestinale,dodici chili in più e la schiena bloccata a 45°!
Volevo scrivere un bel libro. E su questo non aggiungo altro perché non ho più gambe di tavolini traballanti in casa.
Avevo seriamente creduto di avere tempo per poter fare trading 24h/24h su tutti i mercati del mondo arrotondando significativamente i miei miserrimi introiti. Poi un giorno ho comprato un fardellone di Banca Intesa, ho lievemente sbagliato il timing di circa un mese e mi sono inchiodato, a valutazione attuale, dciamo per sempre. Spero che nessuno abbia visto il mio portafoglio rischio di rientrare al lavoro e farmi mettere nenche a lavare i famosi cessi, ma direttamente al leccaggio francobolli, giusto perchè tengo famiglia...
Speravo che tutto questo tempo di pratica neonatale no-stop mi permettesse di imparare a non avere timore a maneggiare Junior. Insomma perdere un po’ quell’imperizia dell’inizio che mi faceva spostare Junior con la delicatezza di un artificiere e toccarlo solo con guanti sterili, vestita da RIS. Sono migliorata. SC no, ma quello è un caso border-line di deformazione professionale che deborda in patologia. In compenso ho ancora paure incontrollate. Ad esempio, con il primo caldo, ho iniziato a temere che Junior potesse sofficare in macchina anche se appena uscita dal garage. Così giriamo a finestrini abbassati e aria condizionata al massimo. Effetto cabrio...giusto per spaventarmi se poi starnutisce...
Volevo rimettermi in froma. Cioè rientrare nella mia forma. Ho visto su Youtube della gente che per riprendersi dopo il parto si sdraia a terra e poi si mette seduta. Un pò di volte. Credo si chiamino addominali. Ho provato. Poi ho pensato che avrei potuto occupare il tempo del pisolino di Junior per farmi una pedicure e ho lasciato perdere. Per sempre.
Infine avevo inziato un mastodontico progetto. Il Diario di Junior. Ero partita a settembre con una divizia di particolari degna di Tito Livio, poi, vuoi un motivo vuoi l'altro, ho iniziato a perdere colpi. Lo so, sono sempre stata pasticciona e incostrante, ma ci ha già pensato SC a farmi notare in merito che le mie dimostrazione di affetto sono troppo umorali. Ma per me un progetto nel cassetto è solo in attesa, non è dimenticato. Nessuno mi capisce. Quindi ho ripreso in mano il progettone e...beh...l'altro giorno dal parrucchiere anzichè leggere chili e chili di Vogue arretrati sotto il casco, mi sono ritrovata con il suo diario in mano a scrivere commenti con una biro blu glietterata a fianco alla foto del mio pancione quest'estate a Castel del Monte. Forse anche questo è amore...come commuoversi nel fare la cornice qui sopra...

martedì 22 maggio 2012

Madri...coraggio!

Allora...poi viene anche da farsi delle domande.
Perchè uno iscrive il bambino al nido (e già darebbe volentiere un braccio, un rene e un occhio per non farlo) e ti ricordano che resterà sconvolto, che il trauma gli provocherà una sindrome da abbandono perenne e il vostro rapporto sarà per sempre irrimediabilmente compromesso.
Poi pensi di metterlo nel girello e ti dicono che per il trauma di veder le immagini girare troppo veloci resterà sconvolto per sempre e diventerà dislessico.
Poi vedono che per addormentarsi si attacca al seno e profetizzano che quando vorrai fargli perdere il vizio il trauma sarà talmente forte che resterà per sempre un insicuro.
Poi lo lasci un paio d'ore con una tata e sei un mostro perchè per il trauma non riuscirà mai più a distinguere chi è sua madre.
Poi dorme un paio d'ore in un pomeriggio di pioggia e non svegliarlo perlammordiddio che per il trauma confonderà per sempre il giorno e la notte.
Poi ti metti il deodorante sotto le ascelle e per il trauma sensitivo durante l'allattamento sarà per sempre molto infastidito dagli odori forti.
Poi se parli a voce alta per il trauma subito diventerà un bambino arrendevole e sottomesso a chi alza la voce.
Poi se non controlli la temperatura dell'acqua del bagnetto per il trauma termico avrà per sempre paura dell'acqua.
E allora viene da dire una cosa e chiedersene un'altra.
Primo. Per me PER SEMPRE esistono solo i diamanti.
Secondo. Se tutti nel mondo occidientale abbiamo approcciato il cibo solido mangiando l'acqua di cottura di una patata e una carota con l'aggiunta di una farinazza pastosa, collosa e sapida unita a un generoso cucchiano di liofilizzato di qualcosa che puzza di becchime, per quale tipo di trauma adesso siamo viviamo in una società iperalimentata terrorizzata dalla prova costume?

mercoledì 16 maggio 2012

Girello si. Girello no. La terra dei cachi.

Vi dirò: non è facile essere una buona madre quando l'ultima volta che ti sei interessata di cose da bambini eri una bambina. Quando le tue infomrazioni in merito al mondo dei lattanti risalgono (per non andare troppo indietro) a quando è nato tuo fratello minore e tu non sapevi ancora scrivere (e non sottolineate che erano tempi migliori!).
Il fatto è che Junior adora stare in piedi. Evidentemente non ha preso da me, poichè sapete che non annovero la posizione eretta tra le conquiste dell'uomo, contratiamente all'invenzione del soffice divano che permette di ovviare a questo annoso, o meglio secolare, problema.
Junior ha quattro mesi quindi e, ad essere precisi, lui ama essere TENUTO in piedi. In piedi sulla tua pancia schiacciandoti con i tenaci piedini fino a provocarti riflussi gastrici. In piedi sul letto per ore cantando un tipo di canzone a scelta. Insomma gesti atletici non adatti alla mia persona, ma anche a molti altri...soprattutto perchè protratti per sessioni da un paio d'ore almeno e perchè il giovanotto ha già sforato la barriera dei 7 kg (e su questo sappiamo da chi ha preso.)
Allora io mi sono detta...quasi quasi compro un bel girello. Così girella felice per casa, mi accaparro la sua eterna riconoscenza, io mi riposo i bicipiti e magari riesco anche a farmi i fatti miei. No...l'ultima non l'ho pensata davvero...seiunapessimamadre seiunapessimamadre seiunapessimamadre.
Così mi ritrovo a fare baby-shopping con un'altra mamma e mi scappa da chiedere alla commessa: "Scusi, potrei vedere un girello? Ne producono ancora?"
Il mondo si ferma. Tutti i presenti nel negozio iniziano a fissarmi come se neanche avessi chiesto se vendevano acidi. La commessa sparisce boffonchiando qualcosa come mah...sifforsenelmagazzino e io vengo apostrofata dall'altra mamma.
- Un girello? Per Junior?
- No! Per me! Per superare la mia pigrizia casalinga! Ma si, certo per Junior!
- Ma ha 4 mesi!
- Ma gli piace stare in piedi...
- E tu ti stanchi a tenerlo, eh?
- Beh...si ma era anche per...farlo giocare...divertire...scoprire il mondo...
- E tu farti la piega, eh?
- Beh...si magari...ma mica gli farà male ...
- Sai che è la maggior causa di incidenti domestici.
- Anche i tappetini per il bagno, ma la gente li mette ugualmente e CI STA ATTENTA, no?
- Sai che in Canada sono stati vietati e sono fuori produzione!
- Ci sono paesi che hanno vietato i Teletubbies!
- E credi abbiano sbagliato??
- ...
- Sai che il girello potrebbe creare dei problemi di equilibrio, difficoltà nel muovere i primi passi, episodi di dislessia. Sconsigliano di lasciarcelo per più di cinque minuti al giorno!!!
- Mi sembra veramente eccessivo!
- Hanno fatto uno studio...
- Oddio!!! Gli studi!!! Non dirmi che credi...
- Il bambino appoggia solo la punta del piede e non impara a...
- Vorrà dire che lo vedrò girare per casa come la Fracci!
- E se invece poi ti chiede di iscriversi ad Amici?
- ...
- Ecco l'ultimo girello, signora!
- No. Grazie. Credo non mi interessi più!

E poi dico che non ho "amici" qui!

giovedì 10 maggio 2012

Vacanze di Primavera. Photo-post.

Avete presente il solito luogo comune "Vanno tutti in vacanza all'estero e poi non conoscono tutte le bellezze che abbiamo in Italia!".
Ecco. Io non sono del tutto d'accordo. Per alcune obiezioni in merito a certe pecche delle strutture ricettive in Italia e al fatto che, senza essere necessariamente esterofili ci sono "bellezze" anche fuori di qui.
A parte questo la prima vacanzina baby-friendly mi ha fatto parzialmente tornare al luogo comune di cui sopra.
Per ragioni logistiche, nonchè di metereologiche, abbiamo optato per una meta da turismo alternativo e vi assicuro che la decisione è stata presa prima dell'uscita del numero di questo mese di Bell'Italia.
http://www.cairoeditore.it/index.php?option=com_flippingbook&Itemid=83&book_id=1478
Del resto quando uno è cool è cool.
Isole minori della laguna di Venezia.

Scegliendo un tranquillo B&B vista mare, cioè...vista laguna.



Immersi nella natura per passeggiare con Junior.








Comodi per raggiungere Venezia per una gita scontata o Murano per una sera diversa.


Dove puoi trovare quello che non ti aspetti. Da un molo molto frequentato a una mostra di fumetti a coraggiosi raccoglitori di vongole.


Luoghi appartati per riposini improvvisi



Un tempo più clemente e suggestivo del previsto





giovedì 3 maggio 2012

Nonnismi

E' vero, la maternità lascia affiorare un lato di te prima sopito o meglio sornione.
Io, ad esempio, essendo tra le tre-quattro persone più pigre del mondo, sono sempre stata un tipo da "toglietemi tutto, ma non otto ore di sonno". Che poi si trattasse di una sleeping-session dalle 22 alle 8, piuttosto che dalle 4 alle 12, questo poco importa, ma otto ore dovevano essere. Diciamo che il mio volto e il mio umore non sanno "portar via" bene la stanchezza. Chi mi conosce bene sa che, quando mi vede con borse porta-oggetti sotto gli occhi e tempi di reazione a domanda diretta che variano dai due ai sette minuti, significa che sono in debito di sonno.
Ora, grazie (eggrazie!) a Junior posso dormire otto ore in tre giorni ed essere comunque impresentabile, ma quantomeno capace di sostenere una conversazione, articolare movimenti coordinati degli arti superiori e apparire anche (quasi) di buon umore.
Ma le forze oscure che sopivano dentro di me non sono solo queste. La resistenza al sonno, l'incredibile forza dei mie bicipiti, la duttilità delle mie ginocchia a molleggiare per lunghe ore, il radicamento della mia memoria che sa far riaffiorare filastrocche sepolte nel tempo come mummie, senza dimenticare la capacità di interrompere un pasto per cambiare un pannolino respingendo i conati. Credo che dovrò riscrivere il mio CV nella sezione "attitudini personali".
Nonostante tutto questo desti meraviglia in me per prima, la maternità permette di scoprire lati oscuri di altre persone di famiglia, che si scoprono insospettabilmente diverse da quelle che sino ad ora avete conosciuto. No, non mi riferisco al lato oscuro dell'altro genitore alla sesta ora di pianto no-stop, bensì di loro: i nonni. Ho scoperto questo stranissimo fenomeno dopo quattro giorni da mia madre.
Non essendo io il perfetto esempio di futura madre fino a qualche tempo fa, quella cioè che entrava nei negozi per bambini, pur non essendo incinta, brandendo calzini all'uncinetto ed esclamando cheamoooore, non potevo aspettarmi di avere aprioristicamente la perfetta futura nonna in casa.
Diciamo che mia madre era una di quelle (ammesso che ne esistano altre...) che mi augurava di avere "una figlia come te" e vi assicuro che non lo diceva con fare benedicente...
Era quella che diceva "quando avrai dei figli ricordati che io ho già dato!".
Poi il destino mi porta a vivere a una distanza di sicurezza (150 km) e quando a Pasqua ho accennato al fatto che era un discreto sbattimento andare a pranzo da lei, ha fatto quella voce offesa che riusciva a smuovere contemporaneamente il senso di colpa da "e io mio nipote quando lo vedo" e quello da "certo, che voi due siete i soliti pigri!". Inutile dire che ho ceduto.
Mia madre era quella che, decorata con medaglie al valore militare sul petto, da bambina mi toglieva il piumino ai primi di febbraio perché ormai era primavera e si coprono troppo solo i bambini malaticci. Ora ogni volta che mi vede avvicinare Junior alla soglia di casa, mi rincorre brandendo un cappellino/maglioncino/giubbino in più perchè c'è sempre aria.
Mia madre era quella per la quale mangiavo sempre troppo e sarei diventata una cicciona (e devo dire che aveva anche ragione - ma certe cose si capiscono dopo). Ora ogni volta che Junior emette un vagito ha fame e soprattutto può anche mangiare sul divano.
Ma questi sono solo dettagli. Il mio arrivo a casa sua - ovviamente fortemente caldeggiata da lei stessa - si è svolto più meno così.
Drin Drin.
- Mamma, sono io. Stiamo arrivando. Sono appena uscita al casello.
- Ah, bene. Avviso tutti.
- Tutti chi?
- Tutti.
TuuuuuuTuuuuuTuuuu.
Dopo un viaggio per Junior epico, mi ritrovo sotto casa tutto il vicinato pronto a vedere un Junior stortissimo, appena svegliatosi da due ore di narcolessia da trasporto in auto. Compresa, ovviamente l'ottuagenaria vicina iper-profumosa che si avvicina eccitata chiedendo a mia madre (non a me, che ero solo un autista) "Posso provarlo?" e lei che chiosa "si, si, è bellissimo!".
- Mamma, Junior è un pò spaesato...posso portarlo...in casa?
- Un attimo che lo portiamo dalla mia parrucchiera! Voleva tanto vederlo...
- ?
Senza parlare del fatto che mia madre (come tutte del resto) ha cercato di crescere me e zio Paul lontani dall'assoluto consumismo compulsivo (per quanto mi riguarda con risultati dubbi), ma ora solo il possesso della fatuità può permettere ai nonni di marcare il territorio.
- Hai le tutine primaverili.
- Si, mamma, grazie.
- Lo spolverino.
- Si, mamma.
- Il costumino da bagno.
- Si, mamma.
- Ecco allora ti compro questo cappellino così puoi dire che te lo ha regalato la nonna! La mamma non ti compra mai niente!
- ?
Junior mangia sul divano. Dorme nel lettone. Vomita sul persiano (gatto o tappeto che sia) e non fa niente. Junior la rende anche insofferente al mal di schiena.
Allora mi chiedo se le persone possono davvero cambiare. Se aveva ragione la mia zia più giovane nel dire diventando madri termina il conflitto con la madre. Se tu, mamma, che sei stata l'unica in questi mesi a non dispensare consigli gratuiti da un piedistallo d'avorio, l'unica a non istillare irragionevoli dubbi sul peso di Junior, la nutrizione di Junior, il sonno di Junior e quant'altro. L'unica a capire che l'unico modo per aiutarmi davvero era prendersi Junior un paio d'ore e portarlo a fare una passeggiata e forse hai sofferto davvero a non poterlo fare ogni pomeriggio. L'unica che piuttosto che dire qualcosa di sbagliato al grido di "IO ho sempre fatto così" mi richiamava il giorno dopo dopo aver sentito il MIO pediatra (...si...non è ancora morto...). L'unica che non mi ha mai messo in discussione o in ridicolo davanti a SS. Quella che guarda Junior e sembra volermi dire che per la prima volta qualcosa di buono pure io sono riuscita a farlo nella vita.
Così ti giri, mamma, mi guardi, mi fissi in silenzio con il tuo sguardo amorevole e mi dici:
- Ma cos'è quel cespugl...cioè...quelle sopracciglia!? Ci vai dall'estetista di tanto in tanto?
La mamma è sempre la mamma e, caro Junior, la nonna sarà sempre la nonna.

martedì 24 aprile 2012

Vacanze baby friendly. L'incubo ha inizio.

Sembra strano parlarne dopo due giorni di acquazzoni improvvisi e nuvoloni minacciosi all'orizzonte, ma, lo ammetto, ho pensato di andare in vacanza! Sarà che ne sento molto - mooolto - bisogno, sarà che attendo l'aria di primavera, sarà che tra quarantacinque giorni due ore quindici minuti ricomincerò a lavorare, ma ho pensato che sarebbe bello fare una vacanzina con Junior.
Ecco com'è nata e finita la mia bella idea.
SS: Ho preso un po' di giorni di ferie. Facciamo il ponte lungo, così possiamo stare un po' insieme tutti e tre...
- Evviva! Possiamo andare via magari...qualche giorno.
- Eh...si...sarebbe bello. A Junior farebbe bene un po' di mare...
- L'aria pura, il mare. Sarebbe perfetto anche per la tua allergia! Forza, cerchiamo un volo lastlastminute lowlowcost per qualche bella località di mare! Caldo, sole, mare, aperitivi sulla spiaggia, vita notturna, shopping experience!
- In aereo? Ma Junior...
- Si, forse è troppo piccolo. Allora restiamo in Italia. Andiamo a Riccione. E' sempre un po' cafona,ma è vicino. Caldo, sole, mare, aperitivi sulla spiaggia, vita notturna, shopping experience!
- Ma forse c'è ancora troppo freddo per Junior...
- Giusto...allora andiamo a Forte dei Marmi! E' sempre bello! No caldo. No sole, ma mare, aperitivi sulla spiaggia, vita notturna, shopping experience...
- Eh...ma con Junior...è inutile andare...senza una tata...Potremmo portare tua madre...
- Non dovevamo andare in vacanza?? Allora andiamo qualche giorno a Parigi! Così per cambiare aria! Aperitivi sulla Senna, shopping experience...
- E' lontano.
- Roma.
- Il mare?
- Formentera!
- Con Junior?
- San Vito lo Capo!
- Lontano.
- Chiavari!
- C'è freddo e poi ho meno di settant'anni!
- Vabbè ho capito! Andiamo Junior! Facciamoci un giro in centro...shopping experience...

lunedì 16 aprile 2012

Un post utilitaristico

Veniamo subito al sodo: sono alla ricerca di una casa editrice seria.
Il periodo precedente contiene due nodi cruciali:
1- Trovare qualcuno che mi pubblichi
2- Qualcuno SERIO che mi pubblichi
E per serio non intendo un colosso del settore, uno di quelli in grado di distribuire le cacate che scrivo anche negli Autogrill, ma semplicemente una casa editrice che faccia la casa editrice. Non una che si fa chiamare tale e poi pubblica a pagamento come potrebbe fare qualsiasi tipografo, ma per chi fosse interessato alla mia opinione in merito alla serietà editoriale ne parlerò diffusamente, stizzosamente e noiosamente al termine di questo post.
Venendo al dunque, ho partecipato a un concorso con il mio nuovo romanzo e nel link in calce troverete la selezione dei testi che potranno accedere allo step finale prima della proposta di pubblicazione. I più votati, con la media più alta, passano al vaglio della Giuria.
Per farla breve avrei bisogno del vostro contributo.
E' tutto molto semplice e veloce, basta registrarsi solamente con il nominativo e un indirizzo e-mail.
Il titolo dell' opera (ahahah opera!) è "Scusate il ritardo - storia di una (agro)dolce attesa" mentre il mio nickname è sempre Moonriver.
ECCO IL LINK!
Confido nel vostro sostegno e nella vostra capillare capacità di spargere la voce!
Prometto eventuali copie omaggio per tutti...ammesso che questo possa fungere da sprono...

Torniamo invece alla questione editoriale.
Ok. Lo dicono tutti. In Italia nessuno legge e tutti scrivono.
Potrebbe essere vero. Non posso appurarlo perché difficilmente posso sapere quanto leggono gli altri. Ammesso che il paragone con quanto leggo io possa essere un valido termine. Senza contare poi il fattore qualità. Leggere un bel libro vale come leggere dieci libri mediocri e venti libri di merda? Ne siamo sicuri? Si possono davvero fare delle distinzioni qualitative macrocategoriche sulla base di qualcosa di più stabile del mero gusto personale. Molti dicono di si, supportati anche da una consistente stima della propria critica. Vedasi in merito la polemica – che non considero del tutto sterile - del mese scorso.
Ad ogni modo il problema è questo. Si dice che nessuno legge e tutti scrivono. Un po' come in qualsiasi bar si trova qualcuno pronto a giurare che se non si fosse rotto i legamenti adesso giocherebbe in Nazionale o come il fatto che in Italia ogni tre persone se ne trova una Presidente di qualcosa. Insomma luoghi comuni...pare però che le case editrici ci credano veramente e facciano di questo anche uno sprezzante manifesto della loro politica di catalogo.
Per farvi un'idea vi suggerisco di provare a leggere la gentile supponenza con cui case editrici, quali la Ciesse Edizioni (per non fare nomi), si permettono di approcciare garbatamente gli scrittori esordienti o presunti tali.
Oppure altre come Bianca&Volta Edizioni che indicono un concorso e passati cinque mesi non hanno ancora fatto uscire i risultati dello stesso, dopo esssersi intascati, ça va sans dire, i diritti di segreteria. Insomma tutti indici di serietà.
Senza contare che c'è la crisi e i tagli all'editoria. Tutti piangono e anche gli editori che decidono di farsi pagare. Sbarcare il lunario è più difficile e quindi perchè non chiedere un lauto contributo spese per la fatica di pubblicare il lavoro di questi poveracci che nel buio delle loro mediocri camerette borghesi la notte sognano di fare gli scrittori con le stesse qualità e speranze che potrebbero riporre nel fare gli astronauti? Così mi evito anche la fatica di giudicare se si tratta o meno di una cagata, poiché tale sarà sicuramente.
Fatte queste premesse, mi permetto di vomitare qui la mia miserrima opinione.
Se tu, caro amico, fai l'editore e non il tipografo dovresti fare l'enorme sforzo di leggere quello che ti arriva perchè, scusa se è faticoso, dovrebbe essere la parte fondante del tuo mestiere. Perchè se tu fai il regista teatrale non puoi lamentarti se ai provini vengono dei cani anziché attori e chiedere a priori di pagare un biglietto per essere provinati da te. E se non sei in grado di fare velocemente ed efficacemente una selezione..beh, caro amico, questo è un tuo problema e, anche se attualmente il mercato del lavoro langue, magari puoi iniziare a pensare di dedicarti ad altro.

Good Luck!