venerdì 1 giugno 2012

Tutte le cose belle finiscono


Già. Tutte le cose belle finiscono. 
No. Non mi sto riferendo al campionato più bello del mondo (ovviamente). 
Presto si ritorna al lavoro. 
Poiché è un momento intimamente triste e doloroso quello di lasciare Junior, aggravato da una serie di aggravanti, non ho alcuna intenzione di parlarne seriamente per evitare di mettere nero su bianco un post strappalacrime che sicuramente prima o poi sentirò il bisogno di scrivere. 

Quindi vediamo di riderci su e vediamo di tirare le somme su come sono riuscita a sprecar...ehm...spendere questo tempo prima in attesa di e poi a casa con Junior. Perché, a priori, uno crede di avere un sacco di tempo a sua disposizione una volta eliminato il fardello della timbratura quotidiana del cartellino e che là fuori esista un mondo inesplorato, una realtà parallela, dove la gente va a fare shopping…per dire…di martedì mattina, a farsi un massaggio alle 3 del pomeriggio e si guarda un film a metà mattina. 
Uno pensa ho tutto questo tempo a disposizone…potrei imparare una lingua straniera! Mentre preventivavo all'alba di Giugno di saper ormai scrivere in arabo o guardare l’ispettore Derrik in lingua, l’unica cosa che sono riuscita a migliorare è stata la conoscenza dell’idioma locale. Vedasi dialogo da pianerottolo di questa mattina.
Vicina indigena: Pianse?
Io:                                   Eh…si.
Vicina indigena:            G’ha lo fame?
Io:                                   Ehm…no…rompe solo…cioè…è solo un po’ noioso.
Vicina indigena:            Se manza la mano.
Io:                                   Eh…lo fa…
Vicina indigena:            Elo drio inossar i denti!
Fino a qualche mese fa vi assicuro mi sarei fermata al “pianse”!
Avevo anche pensato di vedermi tutti i film degli ultimi dieci anni insigniti da Leoni d’Oro, Orsi d’argento,Palme d’oro, Zecchini d’Oro e via cantando, ma in realtà sono solo riuscita a veder finire Disperate Housewives con estremo sforzo per l’ultima serie in lingua (in nome del paragrafo paragrafo sopra). Si. So come finisce.
Volevo consolidare nuove amicizie, ma il mio pessimo umore aggravato dai malesseri gravidici prima e dagli impegni mammiferi poi mi ha reso mooooolto amica solo di persone delle quali sono assidua cliente. La farmacista, la fisioterapista, la pediatra. Vabbè, detto niente cercare di essere simpatica con l’altrui con l’acidità di stomaco, un blocco intestinale,dodici chili in più e la schiena bloccata a 45°!
Volevo scrivere un bel libro. E su questo non aggiungo altro perché non ho più gambe di tavolini traballanti in casa.
Avevo seriamente creduto di avere tempo per poter fare trading 24h/24h su tutti i mercati del mondo arrotondando significativamente i miei miserrimi introiti. Poi un giorno ho comprato un fardellone di Banca Intesa, ho lievemente sbagliato il timing di circa un mese e mi sono inchiodato, a valutazione attuale, dciamo per sempre. Spero che nessuno abbia visto il mio portafoglio rischio di rientrare al lavoro e farmi mettere nenche a lavare i famosi cessi, ma direttamente al leccaggio francobolli, giusto perchè tengo famiglia...
Speravo che tutto questo tempo di pratica neonatale no-stop mi permettesse di imparare a non avere timore a maneggiare Junior. Insomma perdere un po’ quell’imperizia dell’inizio che mi faceva spostare Junior con la delicatezza di un artificiere e toccarlo solo con guanti sterili, vestita da RIS. Sono migliorata. SC no, ma quello è un caso border-line di deformazione professionale che deborda in patologia. In compenso ho ancora paure incontrollate. Ad esempio, con il primo caldo, ho iniziato a temere che Junior potesse sofficare in macchina anche se appena uscita dal garage. Così giriamo a finestrini abbassati e aria condizionata al massimo. Effetto cabrio...giusto per spaventarmi se poi starnutisce...
Volevo rimettermi in froma. Cioè rientrare nella mia forma. Ho visto su Youtube della gente che per riprendersi dopo il parto si sdraia a terra e poi si mette seduta. Un pò di volte. Credo si chiamino addominali. Ho provato. Poi ho pensato che avrei potuto occupare il tempo del pisolino di Junior per farmi una pedicure e ho lasciato perdere. Per sempre.
Infine avevo inziato un mastodontico progetto. Il Diario di Junior. Ero partita a settembre con una divizia di particolari degna di Tito Livio, poi, vuoi un motivo vuoi l'altro, ho iniziato a perdere colpi. Lo so, sono sempre stata pasticciona e incostrante, ma ci ha già pensato SC a farmi notare in merito che le mie dimostrazione di affetto sono troppo umorali. Ma per me un progetto nel cassetto è solo in attesa, non è dimenticato. Nessuno mi capisce. Quindi ho ripreso in mano il progettone e...beh...l'altro giorno dal parrucchiere anzichè leggere chili e chili di Vogue arretrati sotto il casco, mi sono ritrovata con il suo diario in mano a scrivere commenti con una biro blu glietterata a fianco alla foto del mio pancione quest'estate a Castel del Monte. Forse anche questo è amore...come commuoversi nel fare la cornice qui sopra...

1 commento:

  1. Mia cara, ti capisco io... dal mio ultimo parto sono passati 18 anni e 20 giorni e i miei cassetti straripano di progetti accantonati...per l'appunto "accantonati" e non dimenticati. Ogni tanto ne tiro fuori uno e come per magia riprende vita. Tutti mi guardano e dicono: "non pensavo ti piacesse..."
    Mi limito a guardarli con aria sognante e dentro di me sento una vocina che dice "ci avrei scommesso..."
    Un bacione.
    Leila

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