lunedì 13 febbraio 2012

Un mese di te...e di me



So che chi mi conosce stenterà a credermi, ma nella foto qui a fianco potete ammirare la seconda fioritura della mia orchidea! Sembra incredibile, ma non solo non l’ho sterminata nel giro di pochi giorni, ma nel giro di pochi mesi è anche rifiorita. Sarà la maternità ad avermi reso una novella Demetra, dea della natura e delle messi, o più prosaicamente un colpo di culo? Certamente la seconda, ma parto…volevo dire inizio…(ci sono parole che per paura ho cancellato dal mio vocabolario e parto è una di queste) da qui per avere un pretesto per parlare del mio primo mese da mamma.
Perché parlarne? Per due motivi. Primariamente per poter dire anch’io quello che tutte direbbero in merito al primo mese da mammifera. Secondariamente per aggiungere quello che penso che magari altri si terrebbero per sé…
Insomma chiunque a un mese dal parto riesce a dire le solite cose, solitamente riassumibili in è stata l’esperienza più bella della mia vita e sono UN PO’ stanca. Anche perchè se non lo facesse rischierebbe di essere presa per un’insensibile o una bugiarda o entrambe le cose. Non volendo quindi sciorinare un sequel di personale amarcord e neanche proseguire nelle lamentele in merito al cambio dei miei ritmi di vita, ho ripensato alla parte più intima e speciale di questo primo mese col neonato. Cioè il faticoso tentativo di conoscere questo piccolo estraneo che mi sono portata a casa. Questa è la vera novità per le nuove mamme, una volta fatto l’enorme sforzo di prendere coscienza che l’esserino, pur essendo uscito da te, non è te! E tutto sommato, nel mio caso, buon per lui…
Così ecco in un mese di convivenza night&day cos’ho imparato di Junior.

Adora la mia cucina! Adora famelico la mia cucina! Si…per ora il menu è un po’ monocorde, ma ho tutta l’impressione che nel tempo sarà il tipo d’uomo che userà spesso l’espressione comelofacevamiamamma. Problemi di chi verrà al posto mio…
Continua a essere convito che dormire di giorno sia una perdita di tempo. Non che occupi il tempo in maniera molto costruttiva, per lo più guarda il soffitto, fuori dalla finestra o piange, ma sull’idea di base la pensa come me.
Adora le mie playlist della buona notte! O quanto meno ascoltandole si addormenta, quindi o gli piacciono o…meglio dormire.
Non è un tipo prevedibile. La prima volta che ci siamo guardati negli occhi è andata più o meno così. Mi aspettavo una cosa tipo imprinting alla Lorenz. Uno sguardo che per sempre ci avrebbe reso inseparabili, ma sono cose che succedono solo nei film. Junior mi ha fissato, col suo occhio color cobalto un po’ vacuo, ha smesso di piangere, ha sentito la voce dell’assistente sala parto (alias suo padre), lo ha fissato intensamente e ha fatto quell’espressione che sapeva tanto di “Bene…bene…quindi questa è la faccia delle voci che mi parlano da nove mesi…bene…bene…”
E’ un tipo guardingo. Scruta gli estranei, non si fida degli altri, al buio fa la guardia. Credo che tutto questo da grande potrebbe avere una certa utilità…per lui o quanto meno per smettere di pagare il metronotte!
Ama dormire su di me. Non con me. Non nel lettone. Non in braccio. Ama dormire su di me come una boule dell’acqua calda. E’ un po’ scomodo (per me…per lui è un atterraggio morbido), ma col tempo ci si fa l’abitudine. Un po’ perché mi arrenderei al sonno anche posizione equina, un po’ perché nessuno mi aveva mai fatto sentire tanto importante… (lo so…ci mancava solamente “mi fa sentire importante e mi fa ridere” per completare il quadro dell’uomo perfetto per la donna medio-decerebrata moderna però…dovevo pur dire qualcosa di scontato!).

 
Esistono poi una serie di luoghi comuni sulla maternità. Diciamo che in questi giorni ho avuto il tempo di elaborare una mia posizione in merito che cerco di riassumere.

Si. E’ inevitabile diventare immediatamente quel tipo di persona. Nella tua vita “di prima” potevi essere chiunque. Una comica, una professorona universitaria, un’attenta politologa, un luminare della scienza, una storica, un’inguaribile mattacchiona, una fashion victim (ammesso che facciano figli), ma dopo diventerai quella che parla solo di pannolini, poppate, cacche, curve di crescita e Napisan. Mi sento più a mio agio parlando con altre giovani madri (le vecchie sono troppo saccenti!) che con mie amiche senza figli perché mi accorgo di essere noiosa. Aggiungi che da circa quattro mesi sono agli arresti domiciliari (prima per il mal di schiena, poi per la super-panza, poi per il koala Junior), capite che la mia rosa di argomenti non va oltre alle offerte del supermercato sotto casa o ai ruttini di Junior. Mi stupisco di non aver ancora sorpreso l’altro uomo di questa casa intrattenere conversazioni davanti allo specchio.

No. Non ti fa sentire definitivamente realizzata come donna. Continuo a credere che ci sia posto anche per altre cose. E stato un evento importante, indimenticabile, eccezionale e (stavolta) davvero “per sempre”, ma credo resti spazio anche per altre cose. Che nella mia vita non ci siano…beh…questo è un altro problema. So che penserete che io sia un mostro. Poco male. Non è la prima volta che me lo dicono e vi assicuro che le altre volte era stato per cose molto più serie.

Si. Gli eventi importanti della vita ti insegnano quali persone ti sono vicino in modo importante. Amiche del liceo che non si sono dimenticate di te, amiche di sempre che si sono fatte in quattro, conoscenti con un pensiero che non ti aspettavi. Ma anche parenti che si offendono perché non li hai richiamati a tre giorni dal parto e se ne lamentano con tua madre (infami!), conoscenti che ti incontrano in giro e ti apostrofano con “non ti sei più fatta viva!” e, come sempre, dispensatori di varia estrazione di parole di troppo. Come sempre quindi, cose che fanno piacere e cose che fanno male.

Si. I neonati sanno muoverti a tenerezza anche su cose per le quali altri hanno meritato schiaffi. Nonostante fino a qualche tempo fa guardassi i bambini con sospetto, sostenendo che fossero portatori di malattie respiratorie come i piccioni, ora la mia asticella dell’autocontrollo si è molto abbassata. Esempi? Beh…per dire solamente i migliori…Junior ha ruttato sonoramente in pubblico e io ho esclamato “Bravo amore!”. La prima volta che mi ha vomitato addosso come un idrante e io ho esclamato “Che carino!”.

Infine…è vero…in un film dicevano:

Avere un figlio è come farsi un tatuaggio in faccia.
Devi essere molto convinto.

ma ti insegna anche il significato della frase:

Passa più tempo con i bambini perché poi crescono.

e questo sarei pronta a tatuarmelo in faccia.

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