Considerata l’assoluta
disapprovazione che il mio blog sta raccogliendo tra i conoscenti, mi sono
detta “perchè non trattare un altro tema davvero spinoso: le visite post
partum!” No, non sto per parlare di visite mediche e lanciarmi in temi
fastidiosamente ginecologici, ma di visite di amici e parenti a omaggio del
pargolo.
Diciamo che dopo il lieto
evento il mio rapporto con l'altrui che ardiva avventurarsi tra le mura
domestiche è evoluto a fasi.
Prima decade post-partum.
Considerando che attività da primate importanti nella socialità, quali sedermi
in posizione eretta, mi erano se non precluse almeno difficili, l'idea di
mostrarmi al pubblico mi allettava più o meno quanto quella di essere
presa a calci. In culo. In questa decade. Uniscici quella sensazione di
adiposità, l’aspetto sciatto e bolso e il totale disinteresse a rendere il mio
aspetto meno simile a quello del paziente zero di una rara epidemia di
sconosciute origini, beh...direi che il quadro è completo.
Seconda decade post-partum.
Sebbene nessuno si sia curato di evitarmi nella prima decade, parenti ed amici
non sono ancora finiti! Il fatto che la mia compagnia sia piacevole più o meno
come quella di una pubblicità progresso da tre minuti sull'allattamento al seno
ripetuta all'infinito, mi fa capire che l'oggetto del loro interesse non sono
io, bensì Junior che, da buon padrone di casa, quando sente più di tre voci
estranee contemporaneamente non fa altro che dormire...ma, essendo figlio mio,
credo finga per poi smettere senza pietà non appena se ne vanno.
Terza decade post-partum.
Nonostante io sia ancora grassa, bolsa e presunta paziente zero, il mio bisogno
di socialità inizia a farsi sentire serpeggiando e il mio abuso di tubo
catodico mi spinge a parlare con personaggi immaginari che si aggirano nel
salotto, ma sembrano non offendersi nel vedermi in vestaglia! Così mi faccio
ffffurba. Glisso con scuse improbabili (eh…guarda Junior oggi è uscito. No,
credo rientri tardi!) le visite perditempo da cinque ore di chiacchiere e tazza
di the e accetto le visite utili.
Un esempio su tutti.
Mi aspettavano tre giorni e
due notti sola con Junior, causa viaggio di lavoro di SS...o forse causa il
raggiunto limite di sopportazione alle notti insonni e alla mia monotematica
compagnia. Ma mi piace pensarlo al lavoro anzichè nascosto in un hotel dietro
l'ufficio a godersi (e dico godersi) otto ore di sonno filate...
Ad ogni modo, il mio cortese
fratello si è offerto di passare due giorni con noi per "farci compagnia”
ignaro che la visita è tanto più utile quanto più hai confidenza con l’ospite.
-
Si, si, vieni Paul. Certo che mi fa piacere. No...No...non disturbi affatto!
Arrivato dopo il lungo
viaggio, lo accolgo sulla porta già incappottata e insciarpata con Junior in
carrozzina nel suo completino da campagna di Russia.
-
State uscendo?
-
Si! Ci porti al centro commerciale!
-
Quel posto che odi, che non frequenti, che dici vendere roba scadente e sempre
troppo pieno di umanità?
-
Esatto! Solo i paracarri non cambiano opinione e nonostante io ci assomigli
molto è il posto dove posso fare spesa e vedere il maggior numero di negozi
possibili contemporaneamente, ma andare sola con Junior è troppo complesso,
quindi appoggia le borse e andiamo!
Dopo tre ore di negozi,
spesa, file alle casse, urla di Junior, incidenti carrelli-carrozzina con
conseguenti insulti coatti, torniamo a casa.
-
Oh, grazie Paul per
averci aiutato. Adesso dovresti sistemare la spesa…lo farei io, ma Junior ha
fame! Ah…lo scatolame va sistemato in alto a destra in ordine alfabetico. Le
uova in frigo in alto in ordine di scadenza. I detersivi là in basso in ordine
di fornitore d’origine e la verdura fuori in balcone in ordine di chilometri di
filiera…su dai…non fa così freddo fuori! Ah dimenticavo…ho tre chili di patate
nel baule della macchina che dimentico sempre di scaricare. In ordine di
grandezza ovviamente.
Ma non solo. Un’ora dopo
infierisco senza pietà.
-
Ecco Junior ha mangiato! Io avrei proprio voglia di un risottino. In dispensa
c’è tutto, pensaci tu? Sai allattare mi sfinisce.
E mi sdraio sul divano
fingendo di non sentire il commento “ti sfinisce, ma non ti sfina…”
Ormai priva di scrupoli,
imboccata l’ultima forchettata di risotto proseguo col piano.
-
Oh…Junior sta piangendo…vado un attimo in bagno. Ci pensi tu nel frattempo? Ci
metto un second…
Dopo doccia, shampoo, piega,
crema idratante, lavaggio denti e pulizia del viso esco dal bagno.
-
Oh…che bravo! Sei riuscito a farlo addormentare! E i piatti? Ci pensi tu? Io lo
porto a letto.
E crollo inesorabilmente in
una tranquilla notte di sonno intervallata da veloci poppate, non prima di aver
lasciato un biglietto sullo specchio del bagno. “Avrebbe bisogno di una
passatina…!”
Non so perchè, ma al mio risveglio ho trovato un biglietto “Scusa, avevo il
dentista!”Peccato...avevo appena cominciato...
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