martedì 3 aprile 2012

A me piaceva scrivere

A me piaceva scrivere. C'è chi ama andare a correre. Chi va in palestra. Chi si veste da pagliaccio e va in bicicletta sulla statale.
Non è che chi ha una passione aspiri necessariamente a farla diventare una professione, come credo la più parte degli ottuagenari che sbucano con l'arrivo della bella stagione spericolati su bici da corsa ormai abbiamo deposto il sogno di diventare Pantani, ma evidentemente gli piace. A me piaceva scrivere.
Mi piaceva d'estate A me piaceva scrivere. C'è chi ama correre. Chi va in palestra. Chi si veste da pagliaccio e va in bicicletta sulla statale. Insomma una passione.
Non è che chi ha una passione aspiri necessariamente a farla diventare una professione, come credo che la più parte degli ottuagenari che sbucano con l'arrivo della bella stagione, spericolati a cavallo di bici da corsa ormai abbiamo deposto il sogno di diventare Pantani, ma evidentemente gli piace, come a me piaceva scrivere.
Mi piaceva farlo d'estate davanti alla finestra aperta e alle luci della sera sulla mia poltrona preferita.
Mi piaceva farlo d’inverno sotto le coperte, quando tutti dormono, con una tazza calda tra le mani.
Avevo anche scritto un libro. Tempo fa. Quando volevo raccontare cose che non mi appartengono più, quando la mia vita era diversa e pensavo potesse esserlo, quando scrivevo in modo diverso. Però…ecco era la mia passione. Pensate che potete ancora ordinarlo in libreria, sicuramente alla mia casa editrice avranno ancora qualche copia sotto la gamba di una scrivania traballante.
Adesso scrivere non significa più prendere tempo e silenzio e concentrarmi sul foglio bianco, non significa più scaldarsi una tazza di the bianco, non significa più vestirsi di bianco alla Tom Wolfe. Prendere appunti su un foglio graffiato da una matita, ascoltare le dita tintinnare su una tastiera. Adesso significa accendere Dragon Dictation.
Per chi non fosse i-qualcosa, Dragon Dictation è un’applicazione che ti permette di parlare al tuo i-phone/i-pad – e già è difficile farlo continuando a non sentirsi squilibrati – e questi scrive quello che dici. Ovviamente scrive tutto quello che dici anche “Azz…mi è caduto un orecchino” piuttosto che “e…e…e…etcì!”. Altrettanto scontato il fatto che il progresso tecnologico non conosca la punteggiatura quindi giustappone parole senza alcun intramezzo.
Però è comodo. Molto comodo per chi come me ha sempre qualcuno in braccio o le mani tra le tette pur non essendo un erotomane (in questi mesi, per lo meno).
Quindi diciamo che quello che scrivo deve essere poi rivisto a due mani al fine di togliere intramezzi quali “Dove sono i body di Junior non si trova mai un caxxx in questo tuo casino!” – “Ehm…non saprei SS, forse sono tutti sporchi…ma come spegne questo registr….”
Questa è quindi la prima difficoltà che rende tecnicamente difficile la stesura delle storie che pensavo valesse la pena di raccontare e sempre più vicina la decisione di abbandonare la mia passione a tempi migliori, che già so non arriveranno (vedasi legge del Lunedì mi metto a dieta).
La seconda difficoltà è di altra natura.
Dettando (a un i-pad per altro!), sento i miei pensieri.
Prima capitava spesso di sentire le mie dita incapaci di scrivere abbastanza veloci da rincorrere la mia mente, ma sempre abbastanza leste a schiacciare backspace e far sparire quello che non valeva la pena dire.
Parlare è diverso e soprattutto non puoi cancellare quello che hai dettato. Trovi tutti i tuoi pensieri. Così come sono usciti "in prima battuta". E’ come leggere un’intercettazione telefonica con te stessa, fiume, senza neanche un punto e virgola.
Non mi piace questo modo di scrivere allo scoperto, troppa spericolato. Troppo schietto. Troppo grezzo.
Come tutte le passioni scrivere era un modo per scaricare qualche tensione. Qualche momento di rabbia e le mie mani potevano cancellare, lasciando solo i segni che volevo lasciare. Ora aggiungo punteggiatura come pennellate mancanti a pagine dove non ritrovo più nessun sentimento mutevole da scaricare, ma mi ritrovo solo cancellare righe e righe di pensieri dai quali affiora solo...la paura assoluta della nuova responsabilità alla quale tento fantozzianamente di far fronte.
Così cancello. A posteriori. Così mi dico che forse è meglio non stare troppo a pensarci e che a volte è meglio mettere un punto più che un punto e virgola.

El nino piagne...tiene fame forse...
Arrivo Dolly...spengo 'sto...maledetto Dragon Dict...

PS Un'amica mi aveva chiesto a che scopo tenere un blog. Nessuno! A parte poterlo usare per lanciare messaggi ben auguranti! Oggi è nata la bimba di una mia cara amica.
Benvenuta piccola! Io e Junior non vediamo l'ora di conoscerti!

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