martedì 24 aprile 2012

Vacanze baby friendly. L'incubo ha inizio.

Sembra strano parlarne dopo due giorni di acquazzoni improvvisi e nuvoloni minacciosi all'orizzonte, ma, lo ammetto, ho pensato di andare in vacanza! Sarà che ne sento molto - mooolto - bisogno, sarà che attendo l'aria di primavera, sarà che tra quarantacinque giorni due ore quindici minuti ricomincerò a lavorare, ma ho pensato che sarebbe bello fare una vacanzina con Junior.
Ecco com'è nata e finita la mia bella idea.
SS: Ho preso un po' di giorni di ferie. Facciamo il ponte lungo, così possiamo stare un po' insieme tutti e tre...
- Evviva! Possiamo andare via magari...qualche giorno.
- Eh...si...sarebbe bello. A Junior farebbe bene un po' di mare...
- L'aria pura, il mare. Sarebbe perfetto anche per la tua allergia! Forza, cerchiamo un volo lastlastminute lowlowcost per qualche bella località di mare! Caldo, sole, mare, aperitivi sulla spiaggia, vita notturna, shopping experience!
- In aereo? Ma Junior...
- Si, forse è troppo piccolo. Allora restiamo in Italia. Andiamo a Riccione. E' sempre un po' cafona,ma è vicino. Caldo, sole, mare, aperitivi sulla spiaggia, vita notturna, shopping experience!
- Ma forse c'è ancora troppo freddo per Junior...
- Giusto...allora andiamo a Forte dei Marmi! E' sempre bello! No caldo. No sole, ma mare, aperitivi sulla spiaggia, vita notturna, shopping experience...
- Eh...ma con Junior...è inutile andare...senza una tata...Potremmo portare tua madre...
- Non dovevamo andare in vacanza?? Allora andiamo qualche giorno a Parigi! Così per cambiare aria! Aperitivi sulla Senna, shopping experience...
- E' lontano.
- Roma.
- Il mare?
- Formentera!
- Con Junior?
- San Vito lo Capo!
- Lontano.
- Chiavari!
- C'è freddo e poi ho meno di settant'anni!
- Vabbè ho capito! Andiamo Junior! Facciamoci un giro in centro...shopping experience...

lunedì 16 aprile 2012

Un post utilitaristico

Veniamo subito al sodo: sono alla ricerca di una casa editrice seria.
Il periodo precedente contiene due nodi cruciali:
1- Trovare qualcuno che mi pubblichi
2- Qualcuno SERIO che mi pubblichi
E per serio non intendo un colosso del settore, uno di quelli in grado di distribuire le cacate che scrivo anche negli Autogrill, ma semplicemente una casa editrice che faccia la casa editrice. Non una che si fa chiamare tale e poi pubblica a pagamento come potrebbe fare qualsiasi tipografo, ma per chi fosse interessato alla mia opinione in merito alla serietà editoriale ne parlerò diffusamente, stizzosamente e noiosamente al termine di questo post.
Venendo al dunque, ho partecipato a un concorso con il mio nuovo romanzo e nel link in calce troverete la selezione dei testi che potranno accedere allo step finale prima della proposta di pubblicazione. I più votati, con la media più alta, passano al vaglio della Giuria.
Per farla breve avrei bisogno del vostro contributo.
E' tutto molto semplice e veloce, basta registrarsi solamente con il nominativo e un indirizzo e-mail.
Il titolo dell' opera (ahahah opera!) è "Scusate il ritardo - storia di una (agro)dolce attesa" mentre il mio nickname è sempre Moonriver.
ECCO IL LINK!
Confido nel vostro sostegno e nella vostra capillare capacità di spargere la voce!
Prometto eventuali copie omaggio per tutti...ammesso che questo possa fungere da sprono...

Torniamo invece alla questione editoriale.
Ok. Lo dicono tutti. In Italia nessuno legge e tutti scrivono.
Potrebbe essere vero. Non posso appurarlo perché difficilmente posso sapere quanto leggono gli altri. Ammesso che il paragone con quanto leggo io possa essere un valido termine. Senza contare poi il fattore qualità. Leggere un bel libro vale come leggere dieci libri mediocri e venti libri di merda? Ne siamo sicuri? Si possono davvero fare delle distinzioni qualitative macrocategoriche sulla base di qualcosa di più stabile del mero gusto personale. Molti dicono di si, supportati anche da una consistente stima della propria critica. Vedasi in merito la polemica – che non considero del tutto sterile - del mese scorso.
Ad ogni modo il problema è questo. Si dice che nessuno legge e tutti scrivono. Un po' come in qualsiasi bar si trova qualcuno pronto a giurare che se non si fosse rotto i legamenti adesso giocherebbe in Nazionale o come il fatto che in Italia ogni tre persone se ne trova una Presidente di qualcosa. Insomma luoghi comuni...pare però che le case editrici ci credano veramente e facciano di questo anche uno sprezzante manifesto della loro politica di catalogo.
Per farvi un'idea vi suggerisco di provare a leggere la gentile supponenza con cui case editrici, quali la Ciesse Edizioni (per non fare nomi), si permettono di approcciare garbatamente gli scrittori esordienti o presunti tali.
Oppure altre come Bianca&Volta Edizioni che indicono un concorso e passati cinque mesi non hanno ancora fatto uscire i risultati dello stesso, dopo esssersi intascati, ça va sans dire, i diritti di segreteria. Insomma tutti indici di serietà.
Senza contare che c'è la crisi e i tagli all'editoria. Tutti piangono e anche gli editori che decidono di farsi pagare. Sbarcare il lunario è più difficile e quindi perchè non chiedere un lauto contributo spese per la fatica di pubblicare il lavoro di questi poveracci che nel buio delle loro mediocri camerette borghesi la notte sognano di fare gli scrittori con le stesse qualità e speranze che potrebbero riporre nel fare gli astronauti? Così mi evito anche la fatica di giudicare se si tratta o meno di una cagata, poiché tale sarà sicuramente.
Fatte queste premesse, mi permetto di vomitare qui la mia miserrima opinione.
Se tu, caro amico, fai l'editore e non il tipografo dovresti fare l'enorme sforzo di leggere quello che ti arriva perchè, scusa se è faticoso, dovrebbe essere la parte fondante del tuo mestiere. Perchè se tu fai il regista teatrale non puoi lamentarti se ai provini vengono dei cani anziché attori e chiedere a priori di pagare un biglietto per essere provinati da te. E se non sei in grado di fare velocemente ed efficacemente una selezione..beh, caro amico, questo è un tuo problema e, anche se attualmente il mercato del lavoro langue, magari puoi iniziare a pensare di dedicarti ad altro.

Good Luck!

martedì 10 aprile 2012

Dieci buone ragioni per le quali avere sempre un neonato in casa!

1- AVERE SEMPRE QUALCUNO DA INCOLPARE SENZA PAURA CHE SI DIFENDA. 
E' molto facile farlo anche con gli animali domestici, ma è difficile incolpare un gatto di un rutto o di spiacevoli inconvenienti, ad esempio:
"Bleah! che cos'è quest'odore?!?"
"Mmm...è stato Junior!"
Ovviamente io non mi trovo mai nella condizione di ricorrere a tali scusanti...
2- AVERE SEMPRE UNA VALIDA SCUSA PER OGNI COSA CHE NON SI HA VOGLIA DI FARE
Ad esempio per svincolarsi dalle mamme super attive del corso pre-parto.
"Potremmo vederci nel pomeriggio e fare una passeggiata coi bambini!"
"Junior odia passeggiare!"
"Ma Junior non passeggia..."
"Ehm...si, ma odia che lo faccia io!"
Piuttosto che scaricare oneri sull'altro uomo di casa:
"Faccio tardi. Vai tu a fare la spesa?"
"Junior sta dormendo."
"Ma allora chi è che piange?"
"Ehm...il mio io interiore."
E soprattutto inventarsi scuse svilenti con i parenti, salvo ricordarsi di mettere a conoscenza anche i complici.
PARENTE X "Allora venite da me venerdì sera?"
IO "PURRRRRRTROPPPPPO no, Junior ha il dentista!"
PARENTE X ovviamente ci crede e si dimostra coinvolto/a, tanto da telefonare qualche giorno dopo a SS per chiedergli com'è andata...
3- POTER TRONCARE UNA CONVERSAZIONE IN QUALSIASI MOMENTO SENZA SEMBRARE MALEDUCATI. Basta estrarre vigorosamente Ciuccio dalla bocca di Junior al momento in cui si vuole riagganciare "Ehm...devo scappare. Junior ha iniziato a piangere..."
4- POTER SUPERARE MOMENTI DI TENSIONE DI COPPIA Il neonato può essere comodamente usato come separé, evitando la spiacevole pratica della notte sul divano.
5- POTER PORTARE TACCHI VERTIGINOSI Camminare spingendo la carrozzina, offre alla giovane madre un valido appoggio per mantenere equilibrio e andatura disinvolta nonostante i 14 centimetri di tacco con plateau. Usare la carrozzina come girello è anche particolarmente indicato per la postura, c'è solo da sperare di non dover prendere il neonato in braccio...
6- POTER EVITARE IMBARAZZI IN ASCENSORE Quando si attende l'ascensore e si vede sopraggiungere il vicino da evitare in spazi ristretti (ad esempio il ficcanaso, l'amante dell'aglio, quello che si mette dietro e ti guarda dietro, quello che ti mette in soggezione), basta lanciare uno sguardo alla carrozzina che in quel momento sembrerà grandisssssssima e dire "Non ci stiamo tutti...." ed ecco scongiurato il pericolo del finalmente la bella stagione - non esistono più le mezze stagioni - come si mangia un Italia non si mangia da nessuna parte - è importante sapere l'inglese oggiggiorno.
7- SUPERARE LE CODE AL SUPERMERCATO I neonati tendenzialmente si agitano quando la carrozzina si ferma. Le persone in coda tendenzialmente si agitano quando i neonati piangono. Basta uno che proponga di farti passare avanti e gli altri si sentono in obbligo di emulare. A quel punto non ti resta che approfittarne e godere in silenzio nel veder rosicare la vecchia in pensione, che non ha niente da fare, ma in coda sembra sempre di fretta.
8- FARSI FARE COMPLIMENTI ANCORA PIù FALSI DALLE COMMESSE
"Dovrei cambiare questi pantaloni"
"Una tagli più larga?" - dice la sgallettata con la faccia di quella che avrebbe potuto dire semplicemente "una taglia in più", ma ha preferito dire larga anche un po' ad alta voce
"Ho appena partorito..."
E guardare le sue microespressioni farsi dolci e comprensive, mentre le tue prendono il disappunto da riservare a una che dice a "dai un'occhiata" a un non-vedente.
9- POTER EVITARE DI ISCRIVERSI IN PALESTRA
Premesso che io non l'ho mai fatto nella mia vita, la scheda di esercizi proposta da un neonato comprende piegamenti mattutini, corsetta sul posto, allungamenti nel lettino, sollevamento pesi, stretching notturno, step ogni ora e soprattutto una dieta basica, data l'impossibilità di preparare cibi complessi con una sola mano.
10 - Potete obiettare che ai pro precedenti si potrebbe ovviare con diplomazia o piccole somme di danaro senza bisogno di neonati, ma devo aggiungere che...avere qualcuno a cui fare le pernacchie sulla pancia senza prendere schiaffoni non ha prezzo!

martedì 3 aprile 2012

A me piaceva scrivere

A me piaceva scrivere. C'è chi ama andare a correre. Chi va in palestra. Chi si veste da pagliaccio e va in bicicletta sulla statale.
Non è che chi ha una passione aspiri necessariamente a farla diventare una professione, come credo la più parte degli ottuagenari che sbucano con l'arrivo della bella stagione spericolati su bici da corsa ormai abbiamo deposto il sogno di diventare Pantani, ma evidentemente gli piace. A me piaceva scrivere.
Mi piaceva d'estate A me piaceva scrivere. C'è chi ama correre. Chi va in palestra. Chi si veste da pagliaccio e va in bicicletta sulla statale. Insomma una passione.
Non è che chi ha una passione aspiri necessariamente a farla diventare una professione, come credo che la più parte degli ottuagenari che sbucano con l'arrivo della bella stagione, spericolati a cavallo di bici da corsa ormai abbiamo deposto il sogno di diventare Pantani, ma evidentemente gli piace, come a me piaceva scrivere.
Mi piaceva farlo d'estate davanti alla finestra aperta e alle luci della sera sulla mia poltrona preferita.
Mi piaceva farlo d’inverno sotto le coperte, quando tutti dormono, con una tazza calda tra le mani.
Avevo anche scritto un libro. Tempo fa. Quando volevo raccontare cose che non mi appartengono più, quando la mia vita era diversa e pensavo potesse esserlo, quando scrivevo in modo diverso. Però…ecco era la mia passione. Pensate che potete ancora ordinarlo in libreria, sicuramente alla mia casa editrice avranno ancora qualche copia sotto la gamba di una scrivania traballante.
Adesso scrivere non significa più prendere tempo e silenzio e concentrarmi sul foglio bianco, non significa più scaldarsi una tazza di the bianco, non significa più vestirsi di bianco alla Tom Wolfe. Prendere appunti su un foglio graffiato da una matita, ascoltare le dita tintinnare su una tastiera. Adesso significa accendere Dragon Dictation.
Per chi non fosse i-qualcosa, Dragon Dictation è un’applicazione che ti permette di parlare al tuo i-phone/i-pad – e già è difficile farlo continuando a non sentirsi squilibrati – e questi scrive quello che dici. Ovviamente scrive tutto quello che dici anche “Azz…mi è caduto un orecchino” piuttosto che “e…e…e…etcì!”. Altrettanto scontato il fatto che il progresso tecnologico non conosca la punteggiatura quindi giustappone parole senza alcun intramezzo.
Però è comodo. Molto comodo per chi come me ha sempre qualcuno in braccio o le mani tra le tette pur non essendo un erotomane (in questi mesi, per lo meno).
Quindi diciamo che quello che scrivo deve essere poi rivisto a due mani al fine di togliere intramezzi quali “Dove sono i body di Junior non si trova mai un caxxx in questo tuo casino!” – “Ehm…non saprei SS, forse sono tutti sporchi…ma come spegne questo registr….”
Questa è quindi la prima difficoltà che rende tecnicamente difficile la stesura delle storie che pensavo valesse la pena di raccontare e sempre più vicina la decisione di abbandonare la mia passione a tempi migliori, che già so non arriveranno (vedasi legge del Lunedì mi metto a dieta).
La seconda difficoltà è di altra natura.
Dettando (a un i-pad per altro!), sento i miei pensieri.
Prima capitava spesso di sentire le mie dita incapaci di scrivere abbastanza veloci da rincorrere la mia mente, ma sempre abbastanza leste a schiacciare backspace e far sparire quello che non valeva la pena dire.
Parlare è diverso e soprattutto non puoi cancellare quello che hai dettato. Trovi tutti i tuoi pensieri. Così come sono usciti "in prima battuta". E’ come leggere un’intercettazione telefonica con te stessa, fiume, senza neanche un punto e virgola.
Non mi piace questo modo di scrivere allo scoperto, troppa spericolato. Troppo schietto. Troppo grezzo.
Come tutte le passioni scrivere era un modo per scaricare qualche tensione. Qualche momento di rabbia e le mie mani potevano cancellare, lasciando solo i segni che volevo lasciare. Ora aggiungo punteggiatura come pennellate mancanti a pagine dove non ritrovo più nessun sentimento mutevole da scaricare, ma mi ritrovo solo cancellare righe e righe di pensieri dai quali affiora solo...la paura assoluta della nuova responsabilità alla quale tento fantozzianamente di far fronte.
Così cancello. A posteriori. Così mi dico che forse è meglio non stare troppo a pensarci e che a volte è meglio mettere un punto più che un punto e virgola.

El nino piagne...tiene fame forse...
Arrivo Dolly...spengo 'sto...maledetto Dragon Dict...

PS Un'amica mi aveva chiesto a che scopo tenere un blog. Nessuno! A parte poterlo usare per lanciare messaggi ben auguranti! Oggi è nata la bimba di una mia cara amica.
Benvenuta piccola! Io e Junior non vediamo l'ora di conoscerti!