Capita,
davanti alla prospettiva di tre giorni e tre notti sola con Junior, di pensare “vabbè
quasi quasi me ne torno qualche giorno da mammà…” e che SS sia pure d’accordo
(O_O)
Capita
anche di pensare che è la prima volta da quando ho fatto qualcosa di serio
nella vita. E stavolta non stiamo parlando di quella volta che sono tornata con
le valigie da Roma perché non trovavo più uno straccio di lavoro, non
immaginando che lì sarebbe stato peggio, o da Milano convinta a intraprendere
una carriera da libera professionista prima di imbattermi nei peggiori
ciarlatani della città.
Capita
di pensare che stavolta torno con una valigia carica di un paio mutande per me e
un centinaio di cambi per un neonato.
Capita
di pensare che non sarà poi così difficile, è passato tanto tempo. Cosa può
capitare?
Capita
di vedere una madre di ghiaccio, sciogliersi come burro a un rigurgito di
Junior.
Capita
di stupirsi vedendo zio Paul addormentare Junior con la facilità di un
incantatore di serpenti.
Capita
di vedere la tua stanza del liceo e dormire con i libri che continui a dire questi devo portarmeli via.
Capita
di aver paura a dormire nel tuo letto singolo da sola…perché Junior si ostina a
dormire solo in prima posizione (sopra di me a braccia conserte…).
Capita
di aprire un cassetto in cerca di un fermaglio, trovare foto d’annata e passare
una serata a sparpagliarle sul pavimento
Capita
di aver fatto un elenco mentale di posti che Junior doveva vedere e, una volta
lì con lui, sentire che è come se li conoscesse già da quando eravamo due cuori
e una panza.
Capita
di vedere un chiodo appeso alla parete e il segno sul muro di un quadro che era
la tua laurea e ora sta in uno scatolone lontano a prendere polvere. Sia il
quadro che la laurea.
Capita
di rivedere volti di persone che ti vogliono bene e immediatamente vogliono
bene anche a Junior.
Capita
di passeggiare, sentirti chiamare e non girarti perché non sei più abituata a
incontrare gente che ti conosce per strada e invece chiamava proprio te.
Capita
di rivedere un’amica di un tempo passato col pancione e la faccia spaventata
che avevi tu qualche mese fa.
Capita
di trovare fogli scritti da chi ti aveva spezzato il cuore facendoti talmente
tanto male da non ricordartene più.
Capita
di non saper resistere alla cucina di casa anche quando la tua produzione
lattea rischia di risentirne.
Capita
di voler comporre un numero di telefono e poi dire ma no, è passato tanto tempo.
Capita
di racimolare ancora un po’ di cose che vuoi portare con te. Che saranno
inutili, che non saprai dove mettere, ma che forse porteranno con loro questo
odore.
Capita
di aver voglia di ascoltare una playlist, che non ascolti da quando dormivi in
quel letto e la tua cultura musicale era rupestre, e sentir cantare dopo anni tutte le strade portano a te…
Capita
che una persona cara regali a Junior un carillon, che la nonna lo usi per farlo
addormentare e che la prima sera che sarete a casa da soli quella ninna nanna
serva più te che a lui…
…allora
capita di risentire nelle orecchie il ritornello di quella canzone…
lascia che piova pure…
Sempre scritti straordinari, con una naturalezza e delicatezza estreme!
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